
Atalanta, Paloschi è già sul mercato: dal Chievo-bis alla Lazio, tutte le soluzioni
Resta un grido strozzato in gola quello dello speaker allo stadio, insieme a quello letto negli occhi speranzosi e sognanti dei bambini con impresso quel nome sulla schiena. Le magliette le hanno comprate subito, appena è stato ufficializzato il suo acquisto il 17 giugno di quest'anno.
L'ILLUSIONE- Un attaccante valido e con esperienza finalmente all'Atalanta, un vero goleador in grado di dare continuità alla prestazione: questo il pensiero comune. La garanzia la davano la sua giovane età e le 50 reti in Serie A centrate con Milan, Parma, Genoa e Chievo. E in aggiunta, a contribuire a rendere ancora più illustre il suo curriculum, il trasferimento a gennaio 2016 allo Swansea per 9,5 milioni di euro, con 10 presenze e 2 gol realizzati in Premier League. Grandi numeri e grandi club. Non un prestito per di più, ma un acquisto sicuro, messo in cassaforte per 5 anni fino al 2021: scontato che quindi fra tutte, la sua maglia sia quella andata a ruba: un giocatore che segna e non parte nelle prossime sessioni di mercato. Insomma, non una maglia da appendere in camera per ricordo, ma una divisa da sfoggiare allo stadio per cinque anni. Impossibile pensare a qualcosa di diverso da questo.
IL SOGNO INFRANTO- Ma, si sa, nulla è impossibile. L'attaccante, schierato da subito in campo da Gasperini, non incide, non scatena urla di gioia ma di disapprovazione: è spento, non crea, non la mette dentro, non mira la porta. Le macchine fotografiche sono puntate su di lui ma la punta centrale non fotografa la rete, nemmeno contro Palermo e Pescara. I tifosi in pitch view iniziano a trovarlo seduto vicino a loro, quel 43 in panchina, con la pettorina gialla delle riserve che offusca numero e cognome. Lontano il Paloschi dei tempi d'oro, offuscato anche da quel momento in cui si butta sul pallone e sul dischetto contro il Cagliari e un silenzio mesto incombe nella curva ospiti del Sant'Elia. Anche quando il tecnico decide di schierarlo scegliendo il turnover, Paloschi non fa rimpiangere a Gasperini di avergli preferito Petagna fino a quel momento ed è la conferma definitiva di lasciare la maglia da titolare al giovane triestino e la panchina a lui. E così ora l'attaccante classe '90 potrebbe festeggiare il suo 27esimo compleanno, il 4 gennaio, in altri lidi, senza Città Alta sullo sfondo, lontano da Bergamo e dalla sua gente delusa. Ora archiviare con un punto di domanda un contratto che gli permette di incassare 1 milione a stagione è molto più che un'ipotesi. Del resto a Bergamo non trova spazio e la squadra di Gasperini non se la passa male anche senza di lui, mentre ci sarebbero altri team che farebbero carte false per averlo nel loro organico.
IL PRIMO CHIEVO NON SI SCORDA MAI- Prima fra tutte il Chievo, che vanta già nella sua rosa grandi attaccanti del calibro di Meggiorini, Inglese, Pellissier e Floro Flores, ma che ricorda anche molto bene il nome di Paloschi. Dal campionato 2011/2012 alla stagione 2015/2016 il bresciano ha dato infatti il meglio di sè, con 153 presenze e 45 gol. La città di Romeo e Giulietta è ancora innamorata del suo goleador e anche lui associa la Verona gialloblù ai momenti più belli della sua carriera: un ritorno di fiamma non è dunque da escludere.
IPOTESI PESCARA E LAZIO- Una squadra che invece ha fortemente bisogno di un attaccante di Serie A con grande esperienza e che abbia confidenza con la porta è la formazione abruzzese del Pescara: la squadra nelle mani di Oddo vuole rincorrere la salvezza e un rinforzo all'attacco sarebbe fondamentale a Caprari, Bahebeck ancora infortunato e Manaj. Terzultima a meno due dalla retrocessione, sogna di rinnovare la permanenza dnella massima serie con qualcuno che prometta alte prestazioni, gol e continuità, dopo la partenza di Lapadula al Milan.
ARIA DI MERCATO- Del resto, come disse William Burroughs, 'la cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili'. Sarà perchè è stato comprato il giorno 17 e ha portato sfortuna, sarà che è nato in provincia di Brescia e il rapporto ostile tra le due città ha portato male, il punto è che immobile in panchina Paloschi non serve all'Atalanta e non serve alla sua carriera, mentre in prestito fino al termine della stagione può essere utile ad altre squadre, compresa quella che conta un Immobile da affiancare in campo. Insomma, la soluzione migliore per tutti è che a gennaio Paloschi cambi aria, quella stessa aria di festa che, pur orfana del suo contributo, l'Atalanta sta respirando dalle ultime sette giornate.
