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  • Un cappuccino con Sconcerti: l'Atalanta non è stata all'altezza perché non è stata se stessa

    Un cappuccino con Sconcerti: l'Atalanta non è stata all'altezza perché non è stata se stessa

    • Mario Sconcerti
      Mario Sconcerti
    L’Atalanta ha avuto una partita sfortunata, ma non è stata mai se stessa. Freuler è il regista, quindi il cuore della squadra, ma rimanere in dieci nel calcio è un’eventualità perenne, si è allenati ad andare avanti. L’Atalanta invece è scomparsa da sessanta metri di campo, è diventata un’altra squadra, ha perso la sua diversità, è rimasta ad aspettare il palleggio del Real Madrid, l’unica cosa che assomigli ancora al Real di prima della pandemia.

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    Non c’è stata corsa, sono mancati i raddoppi sulle fasce, l’esuberanza dei difensori, l’estro di Pessina, Muriel, Ilicic. Nessuno ha giocato male, è la squadra che non è stata all’altezza. L’espulsione non c’era, è evidente. Poco dopo c’è stato l’infortunio di Zapata. Il gol infine è arrivato sull’unico tiro nello specchio della porta di tutta la partita. Ma nemmeno l’Atalanta ha mai tirato, mai ha fatto all’avversario. Non è questa l’Atalanta. Può perdere, ma assalta chi gli sta davanti.

    C’è da imparare molto da questa partita se la si esamina a fondo. Fino a capire come vincere a Madrid e passare il turno. Ma se si cade nella trappola dell’espulsione si affronta solo mezzo problema. Il più comodo, quello che serve meno.

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