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    Cagliarimania: sconfitti per un episodio, o c'è di più?

    Cagliarimania: sconfitti per un episodio, o c'è di più?

    • Andrea Corda


    Ennesima sconfitta in trasferta per il Cagliari. I rossoblù, dopo la debacle di Torino, sono caduti anche al Bentegodi contro il Chievo. Proviamo ad analizzare le ragioni della sconfitta. Il mister Rastelli, al termine della gara, ha minimizzato, sostenendo che i rossoblù sono usciti sconfitti per un episodio, ovvero il gol di Gobbi. Vero, fin qui tutto vero. Si è trattato di una partita priva di contenuti emotivi, con poche occasioni da rete da una parte e dall'altra. Entrambe le formazioni miravano a strappare un risultato positivo, senza subire troppo in difesa. E così, in effetti, è stato per larghi tratti della gara. Il Cagliari puntava a non perdere, il Chievo pure. Ed è corretto dire, per onestà intellettuale, che il Cagliari avrebbe quantomeno meritato di pareggiare la partita. I rossoblù hanno l'attenuante dei tanti infortunati di cui hanno dovuto fare a meno a Verona. Erano assenti 7-8 pedine importanti nello scacchiere tattico rossoblù. Lo stesso Rastelli, ha tenuto a precisare che, in quelle condizioni, "il Cagliari non poteva fare molto di più".
    Attenuanti a parte, se è pur vero che non vogliamo fare gli "avvocati del diavolo", non possiamo non constatare che questa squadra, quando gioca fuori casa, sembra essere lontana parente di quella che i tifosi hanno potuto ammirare, quasi sempre, al Sant'Elia. Un'involuzione preoccupante accompagna i rossoblù fuori dalle mura amiche. Una lapalissiana regressione dal punto di vista del gioco e dell'atteggiamento mentale. I rossoblù, anche a Verona, sono sembrati impalpabili. Dopo aver subito il gol di Gobbi, ci si attendeva una reazione da "cuore rossoblù".  
    E invece niente: una sola grande occasione con Farias e alcune occasioni potenziali, tra cui una punizione dalla distanza di Bruno Alves. Troppo poco, pur con le attenuanti delle assenze. Troppo poco, al cospetto di una squadra tutto sommato modesta come il Chievo. Troppo poco per una squadra che in trasferta ha inanellato una sequenza di sconfitte che l'hanno resa la peggiore difesa d'Europa e che, proprio per questo motivo, aveva necessità di risalire la china.
    Sul banco degli imputati non possiamo esimerci dall'inserire il tecnico Rastelli. Un tecnico che abbiamo sempre difeso a spada a tratta dagli attacchi dei suoi detrattori. E posso assicurarvi che a Cagliari ce ne sono tanti. Eppure, stavolta, proprio stavolta Rastelli ha le sue colpe. Proprio a Verona dove poteva contare su una formazione quasi obbligata, è riuscito a sbagliare formazione.
    In particolare, perché Borriello in panchina? Ma soprattutto, perché mostrare una tattica così prudente al cospetto di un attacco, quello del Chievo, che è tutt'altro che prolifico? Perché, due settimane fa, il Cagliari si è presentato con tre punte in campo contro un Torino che era nettamente più temibile rispetto al Chievo?
    A Verona la squadra si è presentata con un modulo tattico che mirava, in primis, a non prenderle, ma che in attacco ha prodotto poco.
    Ecco perché spesso, lo stesso Rastelli, dovrebbe ricordarsi che la miglior difesa è l'attacco
     

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