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    Caos biglietti Juve, spunta l'nformativa dei Carabinieri: 'Era estorsione'. Agnelli doveva denunciare, ecco cosa rischia

    Caos biglietti Juve, spunta l'nformativa dei Carabinieri: 'Era estorsione'. Agnelli doveva denunciare, ecco cosa rischia

    Continuano a rincorrersi le notizie che arrivano dalle carte della maxi-inchiesta dei pm di Torino ribattezzata "Alto Piemonte" e che ha svelato l'interesse dei clan mafiosi sul bagarinaggio e sui biglietti in particolare dello Juventus Stadium. Una fotografia, riporta la Gazzetta dello Sport, delle manovre oscure attorno al nuovo impianto del club bianconero.

    ERA ESTORSIONE - Dalle carte, è emersa oggi un'informativa dei Carabinieri di Torino datata 2014 che evidenzia "una precisa strategia criminale per intimidire i club e, nel caso in esame, la Juventus. Di fatto gli investigatori, dopo aver ribadito l'interesse dei clan, lasciavano intendere una possibile "estorsione ai danni della Juventus".

    AGNELLI DOVEVA DENUNCIARE - Proprio questa, infatti, è la cornice nella quale si stanno muovendo i pm. La Juventus, infatti, non risulta essere connivente (nessun dipendente è infatti indagato, nemmeno il più volte citato presidente Agnelli), ma non è da considerarsi parte lesa. Agnelli e la Juventus, infatti, non hanno denunciato per tempo le pressioni avallando l’ipotesi investigativa di un "compromesso": zero conflitti allo Stadium in cambio di facili guadagni.

    IL PROCESSO E L'INDAGINE SPORTIVA - Il processo inizierà ufficialmente il 23 marzo, ma, nel frattempo, parallelamente partirà anche l’indagine sportiva della Procura federale coordinata dall’ex prefetto Giuseppe Pecoraro. In questa indagine, invece, la Juventus rischia molto di più. Si parte da una multa fino ad arrivare all'inibizione per alcuni tesserati, tra cui il presidente Andrea Agnelli.

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