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  • E' stata la Juve a far sembrare piccolo il Barcellona di Messi e Luis Enrique
E' stata la Juve a far sembrare piccolo il Barcellona di Messi e Luis Enrique

E' stata la Juve a far sembrare piccolo il Barcellona di Messi e Luis Enrique

  • Nicola Balice

Il Barcellona è in fase calante. Il suo ciclo leggendario è agli sgoccioli o è già finito, magari da tempo secondo molti. Messi stesso non è più quello di una volta. Tutto vero. Però non è stato il Barcellona a perdere contro la Juve. È stata la Juve a vincere, sotto ogni punto di vista. Perché i detrattori della squadra distante otto punti dall'essere la più vincente di sempre nella storia del calcio italiano, quasi quasi pensavano che sia stato perfino facile per la Juve arrivare in semifinale di Champions contro questo Barça. Il teorema è sempre lo stesso: in campionato la Juve vince perché le altre si scansano, in Europa solo se le altre sono scarse. Così il Siviglia di Sampaoli, a lungo chiamato a insidiare le tre regine di Spagna e saldamente in zona Champions. Poi Lione e Porto, che pure in stagione hanno eliminato la Roma ad esempio. Ed ora il Barcellona, ma solo perché non è più quello di una volta. Il che è vero, ma se la Juve è in semifinale di Champions, così come se è in corsa per il triplete, non è solo per demeriti degli avversari. Anzi. Prima di tutto è giusto parlare dei meriti della Juve. Che sono tanti, tantissimi. Talmente tanti da far sempre scivolare nel dimenticatoio limiti ed errori, che ugualmente ci sono ma che non intaccano il dominio ad ogni livello sul panorama italiano, forse non soltanto. Perché poi dopo lo 0-3 complessivo tra andata e ritorno rimediato con la Juve, il Barcellona va al Santiago Bernabeu e vince all'ultimo respiro un clasico da ricordare a lungo con le magie del solito Leo Messi: allora il Barcellona forse non è così finito, allora Messi forse non è l'ombra di sé stesso. Il Barça in fase calante, rimane alla fine del ciclo. Ma piccolo non lo è, piccolo lo ha fatto sembrare solo una Juve al contrario mai stata così grande.

 

TUTTO IN MESEEd ora la squadra di Max Allegri deve riuscire finalmente a raccogliere quanto seminato. In Champions, prima di tutto:  arriva un Monaco che invece non rallenta e sogna a sua volta anche in Ligue 1. Contro i baby terribili di Jardim servirà una prova di forza ancor più marcata, perché scendere in campo con il favore dei pronostici è tutt'altro che semplice, una situazione che la Juve però conosce bene e ci convive sistematicamente da quasi sei anni. In campionato mancano otto punti, anche il Genoa è stato divorato in un solo boccone: qui il discorso si ribalta, forte la Juve e inesistente il gruppo di Juric. Ma 33 vittorie consecutive in casa non si fanno solo per demeriti altrui, anzi. E poi la Coppa Italia: possibilmente da anticipare al 17 maggio. La Juve può prendersi tutto, deve provare a prendersi tutto. Perché è forte, dominante. Non perché gli altri non vogliano prenderselo, ma perché la Juve non è intenzionata a lasciare nemmeno una briciola.

@NicolaBalice


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