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Il Milan saluta l'obiettivo Scudetto a dicembre: la realtà dice Conference League, tutti gli errori dei rossoneri
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TUTTI GLI ERRORI - La delusione è grande in casa Milan e deve portare a un'analisi a 360 gradi sui motivi che hanno portato a una situazione così difficile da recuperare. La scelta di Fonseca ai più è sembrata come un volersi affidare a un ottimo allenatore mettendo da parte l'ambizione ( con annessi costi e difficoltà di gestione) di puntare a un top libero sul mercato come lo era Conte. Una volta scelto, l'ex Lille non è stato supportato a dovere nella sua prima fase con Ibrahimovic che non aveva gradito particolarmente alcune dichiarazioni sull'operato sul mercato e, nello specifico, sul prossimo arrivo di Fofana. La campagna acquisti poi si apre a una valutazione più profonda perché, se possiamo riscontrare da subito l'importanza e lo spessore tecnico e umano di Fofana e Morata, qualche dubbio può essere sollevato su Emerson e Pavlovic ma soprattutto sull'assenza in rosa di alternative di grande livello sia a centrocampo che in attacco. Dulcis in fundo, ma non come minori responsabilità, i giocatori: Fonseca ha tardato a trovare una chiave di volta anche perché qualcuno non ha dato la disponibilità che si dovrebbe quando si apre un nuovo ciclo. Il tecnico portoghese ha tante colpe ma non è l'unico responsabile.
AGGRAPPARSI ALLA CHAMPIONS LEAGUE - Il Milan è settimo a dodici punti dall'Atalanta prima. Per Fonseca e i suoi ragazzi è arrivato il momento di mettere da parte il fioretto e impugnare la spada per aggrapparsi alla Champions League. Sia come obiettivo del piazzamento tra le prime quattro in classifica, sia come percorso nell'attuale competizione che almeno nobiliterebbe una stagione nata male e che rischia di finire peggio. Con una dirigenza che non può rimanere immobile sul mercato di gennaio: pochi acquisti sì ma che siano mirati a trovare delle alternative a Fofana, Theo Hernandez e, magari, Morata.