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    La Juventus ha la miglior difesa d'Europa: perché segnarle è diventata un'impresa

    La Juventus ha la miglior difesa d'Europa: perché segnarle è diventata un'impresa

    “L’attacco vende i biglietti, la difesa vince i campionati” recita un vecchio adagio adattabile e adattato, più o meno, a tutti gli sport. Alla Juventus, lo Stadium è sempre pieno nonostante qualche difficoltà di troppo nel trovare la porta avversaria ma se i bianconeri di Thiago Motta sono lì nei piani alti a contendere la vetta a Napoli e Inter è certamente grazie a quanto stanno facendo nella loro fase difensiva. Segnare a Di Gregorio – o Perin – sta diventando una missione impossibile.

    DIFESA DI FERRO -
    Ci è riuscito finora solo Marin in otto giornate. Il centrocampista del Cagliari ha avuto bisogno di un calcio di rigore per battere l’ex portiere del Monza e aprire il conto. Dopo l’1-1 con i sardi però i bianconeri hanno rimesso a posto le cose e, con la Lazio, hanno vinto 1-0, tornando a far fare la parte dello spettatore a Di Gregorio. Questi infatti è stato impegnato solo per una facile parata su un tiro centrale di Guendouzi nel primo tempo e per il resto del tempo non ha fatto altro che guidare la retroguardia e incitare i suoi. Un lavoro semplice fare il portiere di questa Juve. Certo, la Lazio aveva approcciato bene al match e forse tanto di più non poteva fare dopo la precoce espulsione di Romagnoli ma se tutti fanno fatica, non solo a segnare ai bianconeri ma anche solo a tirargli in porta, qualcosa dovrà pur dire.

    DA RECORD - I numeri della difesa juventina sono senza senso. In otto gare sono riusciti a tenere la porta inviolata sette volte. Mai si era riusciti a fare meglio nella storia del club, nessuno ha fatto meglio in questa stagione nei migliori cinque campionati europei. I sette clean sheet e il solo gol incassato fanno impallidire le prestazioni di Liverpool e Lipsia (2 goal in 7 partite). In passato, nelle stagioni 1966/1967, 1986/1987, 2004/2005 e 2005/2006, edizioni coriacee della Juve erano riuscite a subire due goal nelle prime otto, uno in più di quella di Motta che comunque ha dovuto vedersela con top club come Napoli, Roma e Lazio.

    I SEGRETI - 
    Merito di due grandi portieri come Perin (che ha giocato due gare, senza subire reti) e Di Gregorio (c’era lui in campo nelle restanti sei). Proprio l’ex Monza e Inter potrebbe ora puntare a battere altri record, ancora più lusinghieri. Ha già 5 clean sheet e non siamo neanche a fine ottobre. L’obiettivo è provare ad avvicinare e battere magari Sebastiano Rossi che, nella stagione 1993-1994, ne aveva raccolti 22. Ma a Torino ci si accontenterebbe anche di replicare quanto fatto da Yann Sommer nella passata annata all’Inter (19 volte imbattuto). Ma merito anche di un reparto che si muove assieme, di una squadra tutta che pressa quando c’è bisogno e si ritrae quando non c’è opportunità di rubare subito la palla. La Juve si muove sempre compatta e lascia pochi spazi alle ripartenze. Sa giocare con un blocco arretrato – come spesso faceva nella passata gestione allegriana – ma sa anche far staccare alcuni suoi difensori per creare superiorità in avanti (come Kalulu che con una progressione senza palla ha deciso la gara con la Lazio). I bianconeri sono la squadra con i migliori dati nel possesso palla, si riposano giocando palla al piede, fanno correre gli altri. D’altronde un altro vecchio adagio dice che l’attacco è la miglior difesa e, avendo la palla per grandissima parte del match, Vlahovic e compagni rischiano pochissimo. Nonostante il loro totem difensivo, Bremer, abbia dovuto abbandonare la stagione per la rottura del crociato e nonostante un altro leader come Danilo sia ormai un comprimario. Gatti e Kalulu non li stanno facendo rimpiangere, fornendo prestazioni impeccabili per applicazione e continuità. Alla Juve poi lavorano e si sacrificano tutti, dagli attaccanti agli esterni, fino ai centrocampisti. È questo il segreto della miglior difesa di sempre – per ora – nella storia della Juve.

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