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    Laziomania: rischio 5 derby, ma il 26 maggio resta unico. Senza mercato si vanifica il lavoro di Baroni e squadra

    Laziomania: rischio 5 derby, ma il 26 maggio resta unico. Senza mercato si vanifica il lavoro di Baroni e squadra

    • Alessandro De Felice
    La Lazio chiude la fase a gironi di Europa League al primo posto, un traguardo che va oltre ogni pronostico, anche dei più ottimisti. Superando 35 squadre, la squadra di Baroni si prepara ora agli ottavi, dove il sorteggio potrebbe regalare un'inaspettata sorpresa: un derby europeo con la Roma. La fase campionato si conclude con una sconfitta, la prima in questa edizione, seppur immeritata, con i biancocelesti che con una formazione molto rimaneggiata e il solito avvio con handicap crescono con il passare dei minuti e mancano solo in fase di finalizzazione. Un risultato negativo ma una prestazione che offre risposte positive al tecnico, che ora spera in un aiuto decisivo da parte della società attraverso il mercato.

    5 DERBY - Per rendere realtà lo scenario del doppio derby europeo, la Roma dovrà prima superare i playoff e dunque una tra Ferencvaros e Porto, oltre ad una mano del destino in fase di sorteggio e della definizione degli accoppiamenti. Oltre al derby di ritorno in campionato e ai due possibili incroci in Coppa Italia, si potrebbe così arrivare a cinque derby da qui a fine stagione. Un’ipotesi che caratterizzerebbe la prima metà di 2025, in quello che sarebbe un ‘unicum’ con una stagione con ben sei derby e una prima parte d’anno solare all’insegna di notti insonni e di quella ansia pre-derby e di quelle emozioni di gioia o dolore sportive amplificate al massimo dal valore della stracittadina capitolina, molto più di una semplice partita. Uno scenario appassionato e un misto tra terrore ed elettricità, seppur consci che nessuno di questi derby - nonostante ci potrebbero essere in palio le qualificazioni alla finale di Coppa Italia e ai quarti di Europa League - avrà mai lo stesso valore di quello del 26 maggio 2013, deciso da Senad Lulic. L’unica stracittadina della storia che ha assegnato un trofeo, conquistato dalla Lazio. Una gara incisa a fuoco nella storia del calcio romano e italiano e che resta una pagina di storia indelebile e che mai potrà essere cancellata o riscritta.

    UN CAMMINO INCREDIBILE - La sconfitta contro il Braga nell’ultima giornata del girone non scalfisce un percorso europeo di altissimo livello. Baroni ha dovuto fronteggiare le difficoltà numeriche schierando uno stoico ma fuori ruolo Mario Gila in mediana, prima di affidarsi a Pedro, migliore in campo per generosità e qualità. Scelte obbligate che ricordano la recente gestione emergenziale, con Guendouzi impiegato come terzino contro la Real Sociedad. Nonostante il passo falso e un altro avvio non propriamente brillante, con tanto di ennesimo gol subito in, la Lazio ha dimostrato di avere carattere e qualità per competere su tre fronti: Europa League, Serie A e Coppa Italia. Tuttavia, come ha sottolineato lo Baroni, il rischio di disperdere quanto costruito esiste se la società non interverrà con decisione sul mercato.

    SCONFITTA IMMERITATA - La Lazio parte ancora male. Il gol che decide la gara, firmato da Ricardo Horta arriva nuovamente a freddo: tra le squadre di Serie A, solo il Verona (6) ha subito più gol della Lazio (4) entro il 6' di gioco nella stagione in corso, considerando tutte le competizioni. Un dato molto allarmante, sul quale Baroni dovrà lavorare da subito per cambiare il trend. Ma nonostante il primo posto in tasca e l’emergenza mischiata al turnover, la Lazio disputa una buona gara sul campo del Braga, perdendo immeritatamente la sua prima gara di questa edizione dell’Europa League. “Avevo chiesto alla squadra di fare una partita vera e di dimostrare a noi stessi e a chi ci guardava di fare una bella partita, anche con le difficoltà numeriche” ha confessato Baroni, che riceve risposte importanti dai suoi e lascia il Portogallo con rammarico. “Peccato perché c'erano i margini per recuperare il gol iniziale, su quel pallone nel rientro abbiamo sbagliato qualcosa. Mi interessava che nessuno si facesse male e di vedere la voglia di rimettere in piedi il risultato”. Il tecnico sottolinea come la mentalità di questa squadra si sta modellando proprio grazie alle vittorie: “La squadra gioca sempre per vincere!”. Il campo, giudice supremo, conferma.

    INCOGNITA MERCATO - Se la squadra ha dimostrato di poter competere su più fronti, il mercato resta il grande punto interrogativo. Baroni ha dovuto fare di necessità virtù, adattando giocatori fuori ruolo e forzando rotazioni limitate. La Lazio ha bisogno di rinforzi, ma la sensazione è che la società non stia agendo con la tempestività necessaria. Il 3 febbraio è alle porte e la squadra ha necessariamente bisogno di un rinforzo in mediana e di uno in difesa per fronteggiare un’emergenza numerica sotto gli occhi di tutti. La telenovela Casadei prosegue e la deadline si avvicina. Il destino della stagione biancoceleste è nelle mani di tutti: allenatore, squadra e dirigenza. La Lazio ha dimostrato di poter arrivare lontano, ma senza un supporto adeguato dal mercato, il rischio di vanificare tutto il lavoro fatto è concreto. L’Europa aspetta e la corsa su tre fronti è ancora aperta. La palla ora passa alla società.

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