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  • Luís Filipe Vieira, la caduta di un intoccabile

    Luís Filipe Vieira, la caduta di un intoccabile

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Come se avessero arrestato un capo di stato. Da ieri il presidente del Benfica,  Luís Filipe Vieira, è sottoposto a un provvedimento restrittivo della libertà personale perché sospettato di avere commesso dei reati molto gravi e di averlo fatto anche a danno del club di cui è a capo. Un passaggio che era nell'aria. Ma che fino a quando non si è verificato pareva impossibile. Il presidente del Benfica veniva infatti rappresentato come un intoccabile. E invece è successo, col peso di accuse imbarazzanti: abuso di fiducia, truffa qualificata, falsificazione, frode fiscale e riciclaggio. Vieira avrà modo per difendersi dalle accuse. Ma intanto ha passato la notte di ieri in una cella presso il posto della Polizia di Stato portoghese di Moscavide.

    C'era una volta un intoccabile – Il terremoto giudiziario che ieri ha colpito Luís Filipe Vieira, presidente del Benfica, segna in Portogallo un passaggio d'epoca non soltanto per il mondo del calcio. Perché da quelle parti il rapporto tra calcio e politica è tale da vedere il calcio in condizione di manovrare la politica. E perché il presidente del club encarnado ha segnato un'epoca lunga e controversa del club, che a sua volta dal New York Times è stato indicato come qualcosa di simile a uno stato sovrano. Di questa entità dallo smisurato potere d'influenza, Luís Filipe Vieira è il presidente che detiene il record di permanenza in carica: eletto il 30 ottobre 2003, avrebbe tagliato il traguardo dei 18 anni al vertice del Benfica fra meno di quattro mesi. Per dare un'idea, nella classifica della permanenza in carica a capo del Benfica il secondo è Bênto Mantua, con una permanenza che equivale a circa metà rispetto a quella di Vieira: 9 anni e 34 giorni fra il 22 luglio 1917 e il 25 agosto 1926. Roba di un secolo fa.
    Durante questi anni di gestione le sorti del Benfica sono state alterne, con un inizio difficile avvenuto nel pieno dell'egemonia portista seguito da una fase gloriosa. Il suo score di vittorie parla di 7 campionati, 3 coppe nazionali, 7 coppe di Lega e 5 supercoppe. Ma da ieri la figura del presidente encarnado si vede proiettare addosso tutt'altra luce. Durante i quasi 18 anni a capo del Benfica si è avuto l'impressione che nulla potesse disarcionarlo. Nemmeno l'ingente debito nei confronti dell'ex Banco Espirito Santo (ora Novo Banco), l'istituto bancario il cui fallimento nell'estate del 2014 ha rischiato di mandare in aria la già fragile economia portoghese e richiesto un intervento d'urgenza da 4,9 miliardi di euro. Secondo stime credibili il debito del gruppo Promovalor, guidato dal presidente del Benfica, era arrivato a toccare quota 760 milioni di euro. Un segnale che il clima nei suoi confronti fosse cambiato si è avuto quando lo scorso maggio in Banco de Portugal ha bocciato il piano di ristrutturazione del debito definendolo “poco realista”. Lì il presidente del Benfica ha capito che il suo tempo stava scadendo.

    Ai danni del Benfica – L'inchiesta e i provvedimenti restrittivi riguardano altri indagati. Si tratta del figlio di Vieira (Tiago), dell'agente Bruno Macedo e dell'imprenditore José António dos Santos. Il primo, originario di Braga e molto ben radicato nel mercato brasiliano, ha orchestrato fra gli altri i passaggi dell'allenatore Jorge Jesus prima al Flamengo e poi (di ritorno) al Benfica. Dal canto suo, dos Santos è azionista del Benfica e risulta socio in affari con Vieira. Si sospetta che denaro del Benfica sia stato usato per altri scopi. Ma questo verrà chiarito dall'inchiesta. Per il momento la sola cosa certa è che l'epoca di Luís Filipe Vieira a capo del Benfica finisce qui.

    @Pippoevai

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