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  • Milan, senti Ibrahimovic: 'Andrò in una squadra che deve rinnovare la propria storia. Ci vediamo in Italia'

    Milan, senti Ibrahimovic: 'Andrò in una squadra che deve rinnovare la propria storia. Ci vediamo in Italia'

    Intervistato da GQ Zlatan Ibrahimovic fa ancora una volta parlare di sé e apre questa volta senza mezzi termini a un ritorno in Serie A. Il Milan è e resta in pole position, il Bologna ancora spera, il Napoli è sullo sfondo, ma le parole dell'attaccante svedese danno finalmente una certezza. Sarà la Serie A la sua prossima sfida. Ecco le anticipazioni pubblicate dal Corriere della Sera.

    ANDRO' IN UNA SQUADRA CHE... - "Andrò in una squadra che deve vincere di nuovo, che deve rinnovare la propria storia, che è in cerca di una sfida contro tutti. Solo così riuscirò a trovare gli stimoli necessari per sorprendervi ancora".

    CI VEDIAMO IN ITALIA - "​Come calciatore non si tratta solo di scegliere una squadra, ci sono altri fattori che devono quadrare. Anche negli interessi della mia famiglia. Ci vediamo presto in Italia".

    LA MLS - "Sono molto contento di aver fatto questa esperienza a Los Angeles, anche perché dopo l’infortunio molti dicevano che non sarei più stato in grado di giocare, invece ho dimostrato che posso ancora fare la differenza. A livello tecnico e tattico devono ancora crescere. Corrono, ma non sono abituati a giocare con i piedi, perché in tutti i loro sport tradizionali usano le mani".

    VOGLIO FARE BENE TUTTO - "Ci sono calciatori che giocano a calcio e altri che pensano il calcio. Quando uno pensa inventa un nuovo modo di fare calcio, gli altri seguono e basta. Io amo fare la differenza. Non voglio fare bene solo una o due cose, voglio farle bene tutte" 

    RAZZISMO - "Mettere la maglia “No al razzismo” è bello, ma non risolve il problema. Meglio togliere tre punti, sospendere la partita e perdere l’incasso, così rischi di andare in serie B. Devi essere severo, la gente non capisce fino a quando non paga le conseguenze. Quando ero in Italia mi gridavano “zingaro!”. È razzismo anche quello, è ignoranza, anche se poi quando mi vedono fuori dallo stadio mi fanno i complimenti e vogliono farsi una foto con me".

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