Il Pisa torna in A dopo 34 anni, Pippo Inzaghi è il re della Serie B: tutti i segreti di una promozione inaspettata
Mancava l'ufficialità, è arrivata oggi dopo la partita di Bari: il Pisa torna in Serie A grazie alla sconfitta dello Spezia, battuto in casa della Reggiana. Partiamo da un dato: il club toscano ha l’allenatore con la miglior media punti tra quelli in attività con almeno 50 panchine in Serie B. Eccolo lì il segreto di una squadra che ha raggiunto il Sassuolo nella Serie A 2025/26. È in panchina, solitamente più in piedi che seduto. Perché Pippo Inzaghi si vive le partite a modo suo: strilla, si sbraccia e cerca di trasmettere la grinta giusta ai giocatori; coinvolto a 360° nel match. E dopo 34 anni ha riportato i nerazzurri in A.
DOPO 34 ANNI - La prima volta dopo il fallimento del 1994; l'ultima volta era stata nel ‘91, quando in panchina c’era Lucescu e un giovanissimo Simeone - non ancora Cholo - era appena arrivato in Italia. Pippo è Super anche in panchina: per lui sarebbe la terza promozione in poco più di dieci anni da allenatore dopo quelle col Venezia dalla C alla B (2016/17) e col Benevento dalla B alla A (2019/20).
PIPPO IL MARTELLO - Miglior media punti tra gli allenatori in attività con almeno 50 partite in B, dicevamo: meglio di Grosso e Stroppa, di Dionisi e D’Angelo. Dietro questa statistica c’è un lavoro dettagliato e quasi maniacale da parte di un allenatore che anche quando giocava sapeva vita, morte e miracoli di ogni singolo avversario. Oggi con i suoi giocatori è un martello che non molla mai, carisma e dialogo sono state le chiavi per entrare nella testa della squadra. Due i diktat da stamparsi bene in fronte: mai lasciare nulla al caso; il gruppo prima di tutto. Tanto che le cene di squadra si fanno in 60, per non escludere nessuno.
ALLENAMENTI E VIDEO - Quando c’è da correre, però, sono dolori. In molti hanno ammesso che il ritiro estivo con Inzaghi è stato il più tosto della carriera. In campo, però, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: il Pisa ha il terzo miglior attacco dietro Sassuolo e Cremonese, la seconda miglior difesa dietro allo Spezia. Se una partita va male il giorno dopo si analizzano tutti gli errori fatti in campo; e quando non prendono gol? Non importa, tutti davanti allo schermo per rivedere quelle azioni nelle quali hanno rischiato di subirlo. Perché meglio prevenire che curare.
UNA STAGIONE SUPER - Il top player in panchina, ma tanti protagonisti anche fuori dal campo: il lavoro del direttore sportivo Davide Vaira, un presidente appassionato come Giuseppe Corrado, al fianco dell'imprenditore britannico naturalizzato statunitense, Alexander Knaster. Una rincorsa partita da lontano, ma mirata e lungimirante per gli acquisti portati a termine, un mix di giovinezza, novità e garanzie: da Tramoni, alla terza promozione nella massima serie, alla scoperta Lind in avanti, dalla conferma di Moreo al rilancio di Touré. E lì dietro, al centro della difesa, capitan Caracciolo che ha saltato solo due partite in tutto il campionato. Insomma, una realtà che non partiva da favorita, ma che ha saputo farsi strada con il lavoro.
IL GRANDE MERITO - Il grande merito della società è stato quello di lasciare a Inzaghi carta bianca e piena libertà d’azione alla scrivania e sul rettangolo verde: con esperienza, carisma, pazienza e un pizzico di lucida follia, l’allenatore emiliano ha saputo plasmare il gruppo a sua immagine e somiglianza. Inzaghi è riuscito a ricostruire un organico forte in ogni reparto, pronto alla battaglia e capace di far tornare l'orgoglio in una piazza che arrivava da delusioni cocenti. E che oggi festeggerà fino a notte fonda.
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