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  • Quagliarella multato:| Juve, Conte usa il pugno duro
Quagliarella multato:| Juve, Conte usa il pugno duro

Quagliarella multato:| Juve, Conte usa il pugno duro

Ultima tribuna in campionatoper il tecnico, l'attaccante punito per aver contestato il cambio a San Siro.
Conte, pugno duro prima del rientro. Quagliarella protesta: la Juve lo multa.
Un anno di vittorie non ha modificato la Costituzione della Juve: una squadra fondata sul lavoro, sull’impegno e sul reciproco rispetto. Anche il talento, per certe regole assolute, viene dopo. E la legge resta uguale per tutti, ricordano ogni tanto la società e Antonio Conte. Così a Fabio Quagliarella non è bastato alzare il bavero del piumino davanti alle parole spedite verso la panchina al momento del cambio, a San Siro: verrà multato. Al conducente non si parla. Di più tra due settimane, quando prima della trasferta di Palermo scadrà la squalifica di Conte, che tornerà alla guida, a bordo campo. Il derby sarà l’ultima da esiliato nello Skybox.


A modo suo, è stato didascalico, oltre che tattico, anche l’utilizzo di Simone Padoin nella ripresa contro il Milan. L’innesto dell’ex atalantino ha sorpreso molti, soprattutto per il suo ridotto chilometraggio stagionale (46 minuti fin lì), ma è invece una decisione in linea con le regole di casa Juve. Interpretazione tecnica: Padoin, nel giudizio di Conte, è un buonissimo giocatore, che dopo un positivo rodaggio estivo era sparito solo per uno stiramento. Uno che poteva essere utile, su una corsia dove Isla era stato disastroso. Pepe, evidentemente, non ha ancora il motore a punto per certi gran premi, e Lichtsteiner aveva fatto una discreta partita con il Chelsea dopo tre (giustificate) panchine. Aggiungiamoci che Padoin, da sempre, in allenamento sgobba come un matto: e sotto questo aspetto, l’aver pescato lui è un messaggio per tutti. Del resto, Conte l’ha detto fin dal primo giorno: nella scelta, non guarda a età, stipendio, nome. Incidentalmente, finisce sotto osservazione Lichtsteiner, dopo i rumors, da lui smentiti, sulle sue voglie d’addio. Ultimamente il Psg non ha bussato, di certo lo fece in estate.

Per com’è scappata via ai bianconeri la sfida con il Milan, ieri i bianconeri hanno iniziato una poco invidiabile settimana agli ordini del tecnico. Già nella notte di San Siro, qualcuno anticipava la sgridata: «La testa non c’era - ha detto senza tanti sconti Leonardo Bonucci - e se non funziona quella, fai delle figure come questa. Si vedeva che qualcosa non andava, già nel riscaldamento, quando abbiamo sbagliato troppi passaggi nell’esercizio del possesso palla tra noi». La Champions è stata una faticaccia: «Forse abbiamo pagato lo sforzo fatto con il Chelsea, e non ci siamo ricollegati». Un difetto da limare, volendo conciliare Italia ed Europa: «Dobbiamo imparare a giocare il mercoledì come la domenica. Invece la Juve vista con il Milan era solo lontana parente di quella che ha vinto il campionato. Senza grinta, cattiveria, pressione alta, non siamo noi». Per il derby, c’è il sospetto che rispunteranno.


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