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  • Sampdoria, Castanini nel CdA: 'Ferrero? Valuto i fatti, Pollio professionista'

    Sampdoria, Castanini nel CdA: 'Ferrero? Valuto i fatti, Pollio professionista'

    Nel nuovo CdA della Sampdoria, fortemente indirizzato dalle scelte di Massimo Ferrero e del suo commercialista Vidal, c'è un solo genovese di comprovata fede sampdoriana. Si tratta di Enrico Castanini, 64 anni, docente all'Università di Genova e con alle spalle una lunga carriera da manager, oltre che una dichiarata fede doriana:  "Ce l'ho nel codice genetico. Ho un rapporto più che trentennale con la gradinata Sud, la prima partita me l'hanno portata a vedere a 4 anni. In più sono nato a Sampierdarena, i miei avevano negozi in via Cantore, mi viene quasi da dire che non potrei essere più sampdoriano di così" ha detto a Il Secolo XIX.

    Castanini avrebbe voluto diminuire gli impegni, ma la chiamata della Samp ha cambiato i piani: "In realtà sono mesi che mi stavo dicendo che alla mia età, con tutti gli incarichi che ho già, avrei voluto rallentare. Ma poi quando il professor Profiti mi ha parlato di questa possibilità il cuore ha iniziato a battere più forte. La Samp è un amore giovanile e agli amori non si dice mai di no. Ferrero? Io ho una formazione da manager e sono abituato a valutare i fatti. Devo dirvi in onestà che finora ho sentito solo e unicamente Profiti, che conosco e stimo e tra l'altro è pure lui sampdoriano anche se non è nativo di Genova. Non ho ancora parlato né con Ferrero né con il dottor Vidal. Per ora dico che il cda così come il collegio sindacale è composto da professionisti qualificati e questo è fondamentale. Per il resto vedremo". Pure con il presidente del collegio sindacale genoano? "Sì, nonostante questa sua pecca... Scherzi a parte su questo vorrei fare una considerazione. Pollio io lo conosco già perché è stato commercialista in società in cui c'ero anch'io ed è senza dubbio un professionista di alto livello. Che sia genoano, dovendo occuparsi dei conti, non mi pare un problema. Capirei di più se fosse stato genoano un componente del cda, che è un organo politico di amministrazione, ma un commercialista deve essere bravo a fare i conti, per chi tifa conta poco".

    Che prospettive vede per la Samp? "Ho avuto tanta paura quest'anno prima del Covid e ne ho avuta anche durante il lockdown perché temevo che le conseguenze di questo lungo stop e del coronavirus sui nostri potessero restituirci al campionato indeboliti. Non solo non è successo ma la Samp è stata tra le squadre migliori post Covid e si è salvata addirittura con quattro giornate d'anticipo. Credo che tutto questo a Ranieri vada riconosciuto: ha gestito benissimo la situazione. Della Samp di oggi vedo un grande talento in Bonazzoli e spero che gli verrà concessa la possibilità di sbocciare a pieno". Il rischio, però, è che magari venga venduto: "Il calcio oggi vive spesso di plusvalenze e non solo nella Samp. Da tifoso è ovvio che vorrei non venisse mai venduto nessuno, da manager dico che ci sta anche vendere i talenti purché si vendano al meglio. E per uno come Bonazzoli, parlo in astratto, a mio parere il meglio come valore lo raggiungerebbe non dopo i primi gol in A ma dopo un'altra stagione".

    "Io penso che la società debba recuperare in qualche modo il rapporto con la tifoseria e stringere maggiormente il legame con la città. La Sud e i tifosi amano visceralmente la Samp, ricordo partite in cui il calore della Gradinata ha realmente cambiato gli equilibri in campo perché quando si incendia mette soggezione a chiunque. E questo è un valore che va sfruttato" conclude. "Nel mio piccolo mi impegnerò affinché il rapporto tra la società e la città sia maggiore. Così come spero presto finiscano le porte chiuse che a squadre come la Samp tolgono moltissimo".

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