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  • Diritto in gol: dietro ai rinnovi di contratto non sempre c'è la conferma di un calciatore. Le strategie dei club

    Diritto in gol: dietro ai rinnovi di contratto non sempre c'è la conferma di un calciatore. Le strategie dei club

    Calciomercato.com ha posto all'Avv. Jean-Christophe Cataliotti, Agente FIFA e titolare dei corsi di Reggio Emilia per aspiranti osservatori e intermediari (per info si rimanda al sito www.footballworkshop.it), alcune domande sulle strategie dei grandi club riguardanti i rinnovi contrattuali dei loro migliori calciatori.

    Il calciomercato non è solo quello dei periodi di tesseramento. Nei mesi apparentemente meno intensi sul piano delle operazioni di mercato, i grandi club si preoccupano di blindare i propri gioielli. La strategia del rinnovo contrattuale per i migliori calciatori è sempre all'ordine del giorno nei programmi delle società più blasonate. Perchè?
    E' doverosa una premessa. La ragione delle strategie di rinnovo contrattuale trova il proprio fondamento nella ormai nota sentenza Bosman che ha rappresentato una sorta di spartiacque tra la vecchia e la nuova industria del calcio. Prima della sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee emessa il 15 dicembre 1995, un calciatore a scadenza di contratto rimaneva di "proprietà" della società di appartenenza che poteva ancora vendere il cartellino del proprio calciatore ad altra società. Dopo la sentenza, invece, a tutti i calciatori fu permesso di trasferirsi gratuitamente alla scadenza naturale del contratto a un altro club; venne anche stabilito, con la rivoluzionaria sentenza del 1995, che un calciatore avrebbe potuto accordarsi con una nuova società 6 mesi prima della regolare scadenza del suo contratto. Ecco la ragione che sta alla base dei rinnovi contrattuali: il timore per le società di non poter rivendere i proprio calciatori ad altri club!

    Il rinnovo è, quindi, sempre un artificio per tutelare il patrimonio di una società?
    Non sempre. Alla base di un rinnovo contrattuale possono esserci anche motivazioni diverse. Il calciatore-bandiera di una squadra (come fu Zanetti per l'Inter e come è oggi Totti per la Roma) troverà, ad es., sul tavolo delle trattative una richiesta di rinnovo contrattuale da parte della società dettato da scelte tecniche divenute quasi irrevocabili. Solo sul quantum dello stipendio potrà esserci un braccio di ferro tra agente e dirigenza, ma non sulla scelta di puntare sul calciatore diventato punto di riferimento certo per tifosi, società e compagni di squadra. Va, tuttavia, registrato un dato inconfutabile: le c.d. bandiere nel calcio sono ormai sempre più in via di estinzione...

    Ed ecco i rinnovi a tutela delle società di calcio...
    E' normale che una società di calcio che ha investito su un calciatore non voglia perdere un calciatore a parametro zero quando lo stesso sia diventato un calciatore affermato. 

    Un rinnovo imminente a tutela del patrimonio societario, nel panorama europeo, quale potrebbe essere?
    Oserei dire quello di Andrej Kramaric, la punta croata, che ha il contratto in scadenza nel prossimo giugno 2015. Visto l'interesse di club importanti, non solo italiani ma anche inglesi, penso che il Rijeka avrà tutto l'interesse a rinnovare in tempi ristretti il contratto con la stella croata, giovane bomber di soli 23 anni che ha già realizzato oltre 20 gol tra campionato e coppe.

    Ma il rinnovo contrattuale può leggersi anche come garanzia per il calciatore oppure no?
    Certamente. I contratti sono firmati dal calciatore e dalla società e le ragioni dei rinnovi possono rintracciarsi anche nella volontà dei calciatori di rimanere tesserati presso una società che si pone obiettivi sportivi di alto livello garantendo agli stessi professionisti "pacchetti" contrattuali economicamente interessanti.

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