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Genoa, Preziosi: 'Pronto a lasciare davanti ad un'offerta seria e concreta'

Genoa, Preziosi: 'Pronto a lasciare davanti ad un'offerta seria e concreta'

  • Marco Tripodi

Sono giorni di particolare loquacità per il presidente del Genoa Enrico Preziosi.

Dopo le esternazioni sul mercato e sulle possibili prossime destinazioni di Giovanni Simeone, il numero uno rossoblu ha parlato ai microfoni di Telenord del futuro assetto societario del club: "Io continuerò ad essere presidente - ha detto Preziosi - perchè credo nel futuro di questa società ma è chiaro che prima o poi dovremmo cercare di capire se ci sarà l'opportunità di avere un presidente molto più capiente di me, in grado di investire e di dare maggiori gioie a questa tifoseria. A tal proposito presto daremo un mandato per capire come arrivare a trovare qualche investitore serio. Ne abbiamo avute tantissime di persone venute qui per comprare il Genoa ma tutti erano senza onorabilità e nessuno ha mai lasciato intravedere un futuro solido per il club”.

Spesso criticato per le sue scelte in sede di calciomercato, Preziosi ha rivendicato i suoi meriti, spiegando quali siano le esigenze primarie che lui ed i suoi collaboratori seguono nella guida del Genoa: "E' evidente che noi abbiamo dei limiti - ha aggiunto il Joker - Vorremmo anche portare Dybala qui ma ovviamente non possiamo. Il genoano però non vuole limiti. Vuole sogni da vivere e questi sogni a volte sono costosi. Fino a quando uno se lo può permettere ci prova, poi però deve confrontarsi con la realtà. Il nostro fine è mantenere la squadra in salute ed in Serie A. I nostri bilanci stanno migliorando e continueranno a farlo. I tifosi devono capire che questo è il nostro obiettivo. Se poi c'è qualcuno che sogna la Stella (il decimo scudetto, ndr) allora bisogna parlare con cinesi, emiri oppure con qualche genovese particolarmente ricco ma ben nascosto".

Proprio nei confronti di questi ultimi Preziosi si lancia infine andare ad un'amara considerazione: "E' strano ma nella storia del Genoa pochi genovesi sono stati presidenti. Ad investire soldi in una città così complicata come Genova spesso sono stati quei foresti così tanto bistrattati. Purtroppo la genovesità in certe persone è ben radicata e il solo pensiero di mettere un milione nel calcio li fa inorridire. Stanno bene nelle loro tane e si guardano bene dall'uscire allo scoperto. Qui c'è chi preferisce vivere le passioni con gli investimenti degli altri".

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