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  • Giropalla: Conte e Montella il dodicesimo uomo...in panchina!

    Giropalla: Conte e Montella il dodicesimo uomo...in panchina!

    Un occhio esperto per superare le chiacchiere da Bar sport, le polemiche superficiali e il can-can mediatico: in esclusiva, per calciomercato.com, le riflessioni tattiche di Marco Alboni, allenatore abilitato Uefa B e tecnico delle Giovanili S.S LAZIO

    Nella nostra rubrica ci siamo spesso dedicati alle lacune tecniche delle squadre del campionato italiano, a volte ci siamo accaniti sulle scriteriate scelte tecniche e tattiche degli allenatori, ma l'ultimo turno  di campionato ci ha consegnato, al contrario, delle indicazioni altamente positive per Antonio Conte e Vincenzo Montella.

    Due situazioni molto diverse ma molto vicine ,accomunabile dal fatto che siano stati prima di tutto due calciatori di ottimo spessore, scudettati e pluripremiati.
    Non sempre, come sappiamo,  vale l'equazione bravo calciatore = bravo allenatore, ma nel caso di Montella e Conte e' fuori discussione inopinabile il fatto che siano allo stato attuale, tra i tecnici piu' preparati e propositivi del campionato italiano.
    Entrambi, ad inizio stagione, rappresentavano una scommessa per i rispettivi club: Conte alla prima esperienza con una squadra ambiziosa dopo meritevoli promozioni con squadre di serie B,  Montella alla prima esperienza dall'inizio con una squadra di serie A , dopo la parentesi da traghettatore nella Roma.
    In entrambi i casi c'era da ricostruire una squadra, un’idea di gioco,  nel caso di Conte dopo anni di buio totale. Era poco preventivabile che nel giro di 6 /7 mesi la Juventus si potesse ritrovare a lottare per il titolo e la Coppa Italia senza aver mai perso una gara di campionato. Un dato e' certo la Juventus di Conte arrivera' fino in fondo in entrambe le competizioni cui ha preso parte. Un dato oggettivo e' che l'artefice di tutto cio' e' stato il proprio allenatore Antonio Conte, la Juventus e' la squadra con i dati di possesso palla/tiri in porta effettuati a favore piu' positivi della A, inoltre ha subito meno tiri in porta di tutti gli altri . Cerchiamo di entrare della disamina tecnico tattica di tale fenomeno: Antonio Conte arriva alla Juventus con sulle spalle il marchio di fabbrica del famoso 4-2-4. Conoscendo bene Conte e la sua Juventus "da calciatore" , avevo la sensazione che il mister  avrebbe scelto un centrocampo a 3, l'ago della bilancia in tal senso e' stato l'acquisto, secondo me "sensazionale", di Vidal , un giocatore capace di passare indifferentemente dalla fase di possesso a quella di non possesso con estrema naturalezza e con insolite caratteristiche tecniche: un guastatore, un giocatore che calcia a rete, che si inserisce senza palla , che serve assist e che pressa e recupera palla come un interditore. Ad inizio stagione (Trofeo Tim a Bari) l'inserimento di Vidal e' avvenuto sulle corsie esterne, nella prima di campionato (Juve-Parma), giocando con un centrocampo a 4  e due centrali  (Marchisio e Pirlo) il cileno si accomodo' in panchina ,  entro' e fece gol confermando cio' che Conte aveva gia' nella testa: un centrocampo a 3 con Marchisio, Pirlo e Vidal (talvolta supportato da due laterali) che finora sta facendo la differenza.
    Il dato che risalta vedendo la Juventus e' la capacita' di fraseggio in ogni zona del campo, spesso il centrale di centrocampo si abbassa a ricevere dal portiere mentre i due o tre difensori si allargano per far gioco, spesso uno dei 3 centrocampisti centrali si alza a far pressione  ultra-offensiva sui difensori centrali avversari. La circolazione della palla avviene in modo rapido e spesso con inserimenti e scarichi centrali sempre e quasi esclusivamente palla a terra. Non c'e che dire la Juve esprime il gioco piu' bello del nostro campionato ed il fatto che sia col fiato sul collo del Milan credo dipenda proprio da cio' , visto che nella Juventus si palesano grossi limiti tecnici in fase realizzativa, soprattutto nel confronto con quelli milanisti. A mio parere nessun attaccante della Juventus troverebbe spazio nella rosa del Milan nessuno dei banconeri potrebbe togliere la maglia da titolare a Ibra o Pato. Eppure l'organizzazione di gioco sta facendo la differenza , sta colmando il gap tra il gigante e golia.

    Stesso discorso vale per il Catania di Montella,  qualcuno ad inizio stagione , la indicava tra le papabili per la serie B. A poche giornate dalla fine, archiviata una salvezza acquisita da tempo, per la compagine dell'Aeroplanino si profila un’improbabile e insperata lotta per un posto in Europa League.
    Anche qui, come per la Juve di Conte, grossi meriti vanno all'alchimia  tecnico, tattica e psicologica che si e' creata tra il mister e la squadra tutta. A veder giocare il Catania si scorge il piglio delle grande:  personalita', voglia di essere propositivi e provare sempre a trovare la via della rete. La squadra si aggancia molto spesso sulle corsie esterne con i terzini ad i centrocampisti , porta spesso molti giocatori nella meta' campo e nell'area di rigore avversaria. Altra scelta che ha portato ottimi spunti di riflessione e' quella del modulo 4-3-3 con in campo, insieme, sia Lodi che Almiron. Entrambi hanno spiccate caratteristiche tecniche: una scelta audace quella di mettere due registi su 3 centrocampisti in formazione, sintomo che il tecnico punta molto sulla costruzione del gioco, sulla propositivita' in fase di possesso e sulla voglia di far fare la partita alla propria squadra senza guardarsi eccessivamente le spalle. Stesso dicasi per i 3 attaccanti:  Bergessio, Gomez e Barrientos, tre giocatori puramente tecnici, rapidi e veloci, abili nell' 1 vs 1, atti piu' a giocare palla a terra che a buttarsi sui palloni alti e lunghi alle spalle dei difensori; la stessa filosofia adottata dai difensori esterni, che si propongono in fase di possesso spesso e volentieri nella meta' campo avversaria mantenendo la linea di difesa altra e corta sul centrocampo.
    Conte e Montella, due ex calciatori, che hanno giocato e vissuto molte battaglie, ma che indossate le vesti di tecnici hanno tralasciato tutte le certezze acquisite da calciatori e si sono saputi approcciare alla panchina con spirito innovativo e soprattutto con idee chiare  apportando quel valore tecnico aggiunto che forse mancava da tanto, troppo tempo...   
     


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