Calciomercato/Getty
Inter, Milan e il gioco dell'oca su San Siro: San Donato e Rozzano sono sempre stati piani B
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Siamo tornati al punto di partenza. Come nella migliore tradizione del gioco dell'oca. Inter e Milan hanno sostanzialmente avviato la macchina del tempo e si sono ritrovati a parlare col Comune di Milano e col sindaco Beppe Sala del progetto di realizzazione di un nuovo San Siro al fianco dell'attuale “Meazza”, vecchio di 5 anni. Che, dopo l'incontro di ieri a Roma presso il Ministero dei Beni Culturali, è stato certificato che resterà lì dov'è e subirà delle piccole modifiche, compatibilmente con la questione del vincolo sul secondo anello posto dalla Soprintendenza. In cambio, le due società milanesi hanno ottenuto l'ok per ripensare alla costruzione di un impianto nelle immediate vicinanze e di poter discutere concretamente dell'acquisto di un'area ambitissima, che attraverso il suo sfruttamento genererebbe nuovi importanti fonti di guadagno per Inter e Milan.
Manca l'ultimo fondamentale passaggio, quello del prezzo che l'Agenzia delle Entrate dovrà stabilire e che sarà oggetto di valutazione da parte dei club. Ma tutto lascia pensare che una gran parte degli scogli che cinque anni fa - quando i vertici delle due società milanesi sposarono il progetto della Cattedrale di Populous – si misero di mezzo sia stata superata. Se così sarà, si può serenamente affermare che Inter, Milan e il sindaco - dopo una serie di schermaglie continue che ha portato allo spauracchio di un clamoroso addio dalla città di Milano e il pensiero ai progetti alternativi di San Donato Milanese e Rozzano – abbiano raggiunto un compromesso che non può che soddisfare tutte le parti. In quanto, per una questione economica – di costi di realizzazione dello stadio nuovo e di maggiore attrattiva che l'area del “Meazza” vanta rispetto a San Donato e Rozzano – e di prestigio per gli ultimi anni di mandato del primo cittadino milanese, rimanere a San Siro porta giovamento a tutti.
Come detto, attendiamo che davvero venga scritta la parola fine di questa storia infinita, ma non si possono non spendere due parole su ciò che resta di questa vicenda proprio a proposito del destino che toccherebbe all'area San Francesco di San Donato e l'ex area Cabassi di Rozzano. Mediaticamente, in tutto questo tempo Inter e Milan si sono spese parecchio nel proporli come progetti forti, fortissimi e concreti dove sarebbero sorti i rispettivi ed imprescindibili impianti di proprietà. In questi cinque anni di tira e molla, per quelli che sono stati i passaggi formali e concreti che il Milan ha mosso con l'amministrazione comunale di San Donato tutto ha lasciato pensare che soprattutto la proprietà del club rossonero fosse entrato nell'ordine di idee di procedere spedito su questo fronte e considerare San Siro un piano alternativo. Ebbene, dopo 5 anni di dichiarazioni, di botta e risposta, di “minacce” di lasciare il tavolo delle trattative, si ritorna al punto di partenza. E un dubbio e una domanda sorgono spontanei: e se i veri piani B fossero stati San Donato e Rozzano sin dall'inizio?
Manca l'ultimo fondamentale passaggio, quello del prezzo che l'Agenzia delle Entrate dovrà stabilire e che sarà oggetto di valutazione da parte dei club. Ma tutto lascia pensare che una gran parte degli scogli che cinque anni fa - quando i vertici delle due società milanesi sposarono il progetto della Cattedrale di Populous – si misero di mezzo sia stata superata. Se così sarà, si può serenamente affermare che Inter, Milan e il sindaco - dopo una serie di schermaglie continue che ha portato allo spauracchio di un clamoroso addio dalla città di Milano e il pensiero ai progetti alternativi di San Donato Milanese e Rozzano – abbiano raggiunto un compromesso che non può che soddisfare tutte le parti. In quanto, per una questione economica – di costi di realizzazione dello stadio nuovo e di maggiore attrattiva che l'area del “Meazza” vanta rispetto a San Donato e Rozzano – e di prestigio per gli ultimi anni di mandato del primo cittadino milanese, rimanere a San Siro porta giovamento a tutti.
Come detto, attendiamo che davvero venga scritta la parola fine di questa storia infinita, ma non si possono non spendere due parole su ciò che resta di questa vicenda proprio a proposito del destino che toccherebbe all'area San Francesco di San Donato e l'ex area Cabassi di Rozzano. Mediaticamente, in tutto questo tempo Inter e Milan si sono spese parecchio nel proporli come progetti forti, fortissimi e concreti dove sarebbero sorti i rispettivi ed imprescindibili impianti di proprietà. In questi cinque anni di tira e molla, per quelli che sono stati i passaggi formali e concreti che il Milan ha mosso con l'amministrazione comunale di San Donato tutto ha lasciato pensare che soprattutto la proprietà del club rossonero fosse entrato nell'ordine di idee di procedere spedito su questo fronte e considerare San Siro un piano alternativo. Ebbene, dopo 5 anni di dichiarazioni, di botta e risposta, di “minacce” di lasciare il tavolo delle trattative, si ritorna al punto di partenza. E un dubbio e una domanda sorgono spontanei: e se i veri piani B fossero stati San Donato e Rozzano sin dall'inizio?