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Juve, ma quale passeggiata? Prova del 9 fallita, i cambi di Allegri non bastano

Juve, ma quale passeggiata? Prova del 9 fallita, i cambi di Allegri non bastano

  • Alberto Cerruti
La Juventus fallisce la prova del nove, fermandosi a otto vittorie consecutive in campionato. Colpa in primo luogo della squadra di Allegri, che si illude di fare una passeggiata dopo il gol del vantaggio di Ronaldo. Ma merito anche del nuovo Genoa di Juric, che nella ripresa raggiunge un 1-1 doppiamente clamoroso, per quanto non aveva fatto nel primo tempo e soprattutto perché per la prima volta non segna il capocannoniere Piatek, ma il centrocampista Bessa. A nulla servono i cambi di Allegri e i disperati assalti finali, né il conto dei tiri in porta, perché il Genoa non ruba assolutamente nulla e così lancia un indiretto messaggio al campionato. Lo scudetto non è ancora assegnato, in generale se la Juventus si illude di vincere le partite quando è in vantaggio, in particolare se Bonucci e compagni si concederanno ancora le gravi distrazioni difensive che hanno permesso al Genoa di pareggiare. 
 
Allegri in partenza rilancia a sorpresa Cuadrado, preferito a Bernardeschi, sulla destra del tridente completato da Mandzukic e Ronaldo. Mentre Dybala parte ancora dalla panchina, l’altra novità, in assenza dei precedenti capitani Chiellini, Barzagli e Khedira, è la fascia sul braccio di Bonucci, per la prima volta da quando è tornato a Torino. Al fianco di Benatia, tra Cancelo e Alex Sandro, l’ex milanista non si limita a guidare il reparto arretrato, perché come al solito è pronto ad avviare l’azione alle spalle dei tre centrocampisti Bentancur, Pjanic e Matuidi. Per cercare di frenare l’aggressivo 4-3-3 dei bianconeri, Juric all’esordio stagionale sulla panchina del Genoa dopo il sorprendente esonero di Ballardini, cambia l’assetto della squadra ridisegnandola con una difesa a tre in cui Romero, preferito a Gunter, come centrale tra Biraschi e Criscito, rimedia subito un’ammonizione per un fallo su Ronaldo. Teoricamente i rossoblù dovrebbero essere in superiorità numerica in mezzo al campo grazie al 3-5-2 in cui Pereira, Romulo, Sandro, Bessa e Lazovic hanno il compito di ridurre gli spazi a Pjanic e compagni, per poi smarcare i due attaccanti Kouamè e Piatek. 

La teoria, però, nel calcio non basta mai, perché conta di più la qualità dei singoli e così bastano pochi minuti per capire che la Juventus è di un altro pianeta. Tanto per cambiare è Ronaldo a suonare la carica, prima con un sinistro parato da Radu dopo 10’, poi con un colpo di testa finito sul palo seguito dalla successiva ribattuta alta al 14’, infine con il tocco per l’1-0, al 18’, quando devia da pochi passi il cross di Cancelo da sinistra, anticipando Piatek nell’insolita veste di difensore. 

Nemmeno lo svantaggio scuote il Genoa che subisce senza reagire, incapace di impegnare Szczesny per tutto il primo tempo, visto che i tentativi di Lazovic e Romulo ricordano soltanto le “mete” del rugby. E’ la classica partita a senso unico in cui si assiste agli assalti continui della Juventus, la cui unica, ma grave, colpa è quella di non trovare più gli spazi per segnare il secondo gol. E così dopo l’intervallo si rivede un altro Genoa, guarda caso subito pericoloso con Piatek che costringe Szczesny a una difficile deviazione a fil di palo. Per la prima volta costretta a difendersi, la Juventus abbassa il ritmo incoraggiando il sogno di rimonta dei rossoblù. E allora Allegri, un po’ pensando alla partita di martedì a Manchester e un po’ per risvegliare la squadra improvvisamente addormentata, dopo un quarto d’ora rilancia Douglas Costa, che ha smaltito squalifica e infortuni, al posto di Cuadrado. Tatticamente non cambia nulla, ma soprattutto non cambia nulla a livello di atteggiamento della Juventus che non offre segnali di risveglio. E così non bisogna meravigliarsi se il Genoa trova il pareggio al 22’. Kouamè raccoglie un pallone che non esce sul fondo e sul suo perfetto cross da destra Bessa infila di testa il pallone dell’1-0. Ferita nel punteggio e nell’orgoglio, la Juventus ritrova la fame smarrita e il solito Ronaldo di testa sfiora il gol. Sembra di rivedere la partita del primo tempo, con l’aggiunta di Dybala al posto di Matuidi per rendere ancora più offensiva la manovra. Juric risponde con la staffetta Pereira-Gunter, avanzando Biraghi sulla linea dei centrocampisti e poi, per regalare più centimetri in fase difensiva, Hiljemark al posto di Bessa. Visto che non succede niente, Allegri si gioca l’ultimo cambio rilanciando Bernardeschi che rimpiazza Mandzukic. Il Genoa, però, si difende benissimo con dieci uomini nella propria metà campo e con le perfette uscite di Radu sui palloni alti. Ma è bravo anche Juric a inserire Pandev nei minuti finali, perché il macedone con la sua esperienza può aiutare anche i compagni di centrocampo. E così il Genoa entra nella storia di questo campionato, perché è la prima squadra capace di fermare la Juventus, tra l’altro in casa sua. E pazienza se per la prima volta si è fermato anche il capocannoniere Piatek. Come sempre, l’unica cosa che conta è il risultato, che boccia la Juventus e promuove il Genoa.



IL TABELLINO

Juventus-Genoa 1-1
Marcatori
: p.t. 19' Ronaldo (J); s.t. 23' Bessa
Assist: s.t. 23' Kouame.
Juventus (4-3-3): Szczesny; Cancelo, Bonucci, Benatia, Alex Sandro; Bentancur, Pjanic, Matuidi (26' s.t. Dybala); Cuadrado (13' s.t. Douglas Costa), Mandzukic (36' s.t. Bernardeschi), Ronaldo. A disp. Pinsoglio, Perin, De Sciglio, Chellini, Barzagli, Kean, Emre Can, Rugani. All. Allegri.
Genoa (3-5-2): Radu; Biraschi, Romero, Criscito; Pereira (34' s.t. Gunter), Romulo, Sandro, Bessa (38' s.t. Hiljemark), Lazovic; Kouame (40' s.t. Pandev), Piatek. A disp. Marchetti, Lopez, Lapadula, Mazzitelli, Rolon, Lakicevic, Omeonga, Medeiros, Zukanovic. All. Juric.
Arbitro: La Penna di Roma 1
Ammoniti: p.t. 9' Romero (G), 30' Benatia (J); s.t. 26' Criscito (G)

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