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  • L’Inter è superiore in tutto al Milan. Inzaghi vince con le ‘riserve’: l’ultima condanna al mercato di Maldini

    L’Inter è superiore in tutto al Milan. Inzaghi vince con le ‘riserve’: l’ultima condanna al mercato di Maldini

    • Alberto Cerruti
    L’Inter prenota il volo a Istanbul, con le carte d’imbarco offerte da Dzeko e Mkhitaryan. Per essere sicura di presentarsi alla finale del 10 giugno, la squadra di Inzaghi deve avere però la pazienza di aspettare fino a martedì prossimo, quando giocherà la gara di ritorno guarda caso nel giorno del settantottesimo compleanno di Massimo Moratti, ultimo presidente nerazzurro capace di vincere la Champions tredici anni fa. Il calcio smentisce spesso i facili pronostici e quindi il Milan fa bene a sperare ancora, ma per quello che si è visto nel primo euro-derby l’Inter ha confermato di essere superiore meritando il 2-0, mentre i rossoneri possono ringraziare prima il palo che ha negato il terzo gol a Calhanoghlu e poi il Var che ha annullato l’errata decisione dell’arbitro di assegnare un rigore a Lautaro. E’ vero che nella ripresa anche il Milan ha colpito un palo con Tonali, ma al di là di questi episodi rimangono tre certezze sulle quali non si può discutere. La prima è legata alla migliore condizione atletica dell’Inter, che infila la sesta vittoria consecutiva, dopo le quattro in campionato e quella in coppa Italia. La seconda è la conferma che i nerazzurri hanno ha un potenziale tecnico superiore rispetto a quello dei rossoneri, perché non a caso hanno già vinto tre derby su quattro quest’anno, in Supercoppa, nel ritorno in campionato e ora in Champions. La terza, infine, non meno importante delle precedenti, è la prova che condanna definitivamente l’ultima campagna acquisti di Maldini e Massara perché, nonostante l’assenza di Leao, Pioli parte con gli stessi uomini dell’anno scorso, mentre Inzaghi festeggia il 2-0 grazie a Dzeko e Mkhitaryan due teoriche riserve di lusso di Lukaku e Brozovic, entrati soltanto a partita in corso.

    RICOMINCIO DA 3 - Il Milan non fa in tempo ad accorgersi della grave assenza di Leao perché, dopo appena 8’, al primo tentativo l’Inter va in vantaggio. Merito di Dzeko che gira al volo da campione un calcio d’angolo battuto da Dimarco e colpa di Calabria che si fa anticipare, anche se in quella posizione ci doveva essere uno dei due difensori centrali, Kjaer o Tomori. L’Inter non si accontenta e dopo 3’ raddoppia, affondando il coltello nelle piaghe del reparto arretrato avversario. Il Milan, infatti, concede un’autostrada allo scatenato Dimarco bravo a liberare Mkhitaryan che scarica alle spalle di Maignan il gran destro del 2-0. E così l’Inter che nel doppio euro-derby di vent’anni fa aveva segnato soltanto un gol in tre ore, stavolta ne realizza tre in meno di un quarto d’ora.

    GRAZIE VAR - Colpito e affondato, il Milan rischia il tracollo quando l’ex Calhanoglu colpisce il palo che potrebbe chiudere definitivamente la partita e forse la qualificazione. E siccome quando il venticello della fortuna ti volta le spalle al peggio non c’è mai fine, alla grave ma prevista assenza di Leao si aggiunge l’infortunio di Bennacer, costretto a lasciare il posto a Messias. Il brasiliano riparte dalla fascia destra, mentre Diaz si sposta al centro del tridente completato da Saelemaekers, alle spalle di Giroud. Ma nella tattica, e soprattutto nel rendimento, non cambia nulla perché il Milan continua a subire la superiorità dell’Inter che poco dopo la mezz’ora si illude addirittura di segnare il terzo gol su rigore. L’opportuno intervento del Var, però, corregge la decisione sbagliata dell’arbitro che aveva punito con un cartellino giallo Kjaer per un intervento su Lautaro. E così, tolta l’ammonizione al difensore rossonero, girata invece all’attaccante nerazzurro per simulazione, il Milan può tirare un sospiro di sollievo con tanti ringraziamenti al Var.

    SCENA MUTA - Più compatta in difesa, dove Acerbi dirige le operazioni tra Darmian e Bastoni, l’Inter si dimostra più equilibrata e veloce in mezzo al campo perché Calhanoglu, preferito a Brozovic, non si limita a fare il regista centrale mentre Barella e Mkhitaryan sono sempre pronti a ripartire. E siccome in attacco Dzeko e Lautaro non fanno pentire Inzaghi di aver lasciato in panchina Lautaro, il Milan fa scena muta, incapace di tirare almeno una volta nello specchio della porta di Onana in tutto il primo tempo. Inutilmente, infatti, Giroud chiede palloni giocabili ai compagni tra i quali soltanto Saelemaekers riesce qualche volta ad arrivare sul fondo. Troppo poco, però, perché Hernandez non spinge come dovrebbe, Messias fatica entrare in partita, mentre Tonali e Krunic sono costretti a giocare una gara più difensiva del previsto.

    SECONDO PALO - Ferito nell’orgoglio, il Milan cerca di reagire con maggiore convinzione dopo l’intervallo. Prima Diaz e poi soprattutto Messias da ottima posizione falliscono però la ghiotta occasione per dimezzare lo svantaggio e allora Pioli prova ad affiancare un’altra punta a Giroud, inserendo Origi al posto di Saelemaekers mentre Thiaw rileva Kjaer, stranamente in difficoltà. E’ un’iniezione di coraggio che però non basta perché Tonali da fuori area colpisce il palo con un gran tiro da fuori area, il secondo della serata ma almeno in questo caso uno per parte. E’ il segnale che il Milan ci crede perché al di là della staffetta Mkhitaryan-Brozovic, l’Inter per la prima volta subisce la pressione degli avversari. Inzaghi capisce le difficoltà della squadra e si decide a rilanciare Lukaku al posto di Dzeko.

    GUARDIOLA NON INSEGNA - Incomprensibili, invece, quando mancano ancora 16’ alla fine, le successive sostituzioni dei titolarissimi Calhanoglu e soprattutto Lautaro con Gagliardini e Correa, ripensando alla differente strategia di Guardiola che la sera prima a Madrid ha pareggiato in rimonta senza cambiare neppure un giocatore. Già fatali nel derby di ritorno del campionato scorso, i cambi di Inzaghi stavolta non si rivelano controproducenti, il tiro dell’ultimo arrivato Pobega non impensierisce il semi- disoccupato Onana. E così il primo euro-derby finisce come era incominciato, con l’ineccepibile successo dell’Inter che lascia soltanto briciole di speranze al Milan, con o senza Leao.

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