Calciomercato.com

  • Getty Images
    Lazio, Guendouzi: "Alla Lazio mi sento appagato. Lite con Dybala? Non avrei dovuto fare quel gesto..."

    Lazio, Guendouzi: "Alla Lazio mi sento appagato. Lite con Dybala? Non avrei dovuto fare quel gesto..."

    Matteo Guendouzi ha aperto le porte di casa ai microfoni e alle telecalemte di Carré. Il portale francese ha realizzato un serivizio sulla vita del calciatore della Lazio, il quale ha svelato diversi aspetti tra casa, famiglia e lavoro con i biancocelesti.

    VITA A ROMA - "È difficile trovare casa a Roma. La sicurezza è importante,qui siamo in un residence ben protetto, con pochi problemi e dove posso camminare tranquillamente. Siamo diversi giocatori che vivono qui. Alla Lazio, ma anche quando ero al Marsiglia o all'Arsenal, la vita del calciatore è andare all'allenamento la mattina, tornare a casa e riposarsi perché si è stanchi e poi la sera guardare la televisione o fare altro. È importante anche passare del tempo con la famiglia, magari andare a prendere mio figlio a scuola o altrove. Quindi i giorni sembrano tutti simili. Roma me la godo di tanto in tanto, ma quando devo giocare tre partite a settimana è impossibile perché ci vuole tempo per recuperare".

    VITA NELLO SPOGLIATOIO - "Ci sono molti calciatori che hanno dei gesti scaramantici, ma questa è una cosa che notato soprattutto in Italia. Per esempio Romagnoli, quando sono accanto a lui nelle sedute video, mette sempre la sua bottiglietta esattamente al posto giusto. Io glielo faccio apposta e gliela sposto con le ciabatte (ride, ndr). Io non sono superstizioso. Tutti sono comunque rispettosi dei riti degli altri. Ci concediamo giusto qualche piccolo scherzo, ma che viene fatto solo per ridere tra noi. Avevo già giocato contro la Lazio quando ero al Marsiglia, quindi sapevano tutti già come fossi. Sono stato accolto benissimo qui, dalla gente, dal club, dai miei compagni; mi sono sentito a mio agio sin dall'inizio. Questo ha facilitato il mio inserimento. Ho sentito davvero l'amore che mi hanno dato e per questo voglio dare tutto sul campo per questa squadra".

    VOGLIA DI VINCERE - "L'aspetto mentale per me è fondamentale, bisogna avere la voglia di vincere sempre e di essere il migliore in campo per aiutare i propri compagni. Questo è quello che ti aiuta quando giochi male o stai vivendo un brutto periodo. Io credo in me stesso, so dove voglio e dove posso arrivare. Voglio essere sempre il migliore e questo crea tante emozioni positive e negative, durante le partite, ma anche in allenamento. Io non voglio perdere nemmeno se giochiamo a ping pongo a biliardino! (ride, ndr). Le persone lo sanno che sono fatto così. Ovviamente anche con la famiglia e gli amici voglio vincere, ma sempre ridendo. È diverso da una partita di calcio di alto livello dove conta il risultato".

    QUALITA' - "È il caso di parlare con Emery, Sampaoli, Sarri, Deschamps, che sono grandi allenatori che hanno vinto molti trofei che hanno visto qualcosa in me (da notare nell'elenco l'assenza di qualsiasi riferimento a Igor Tudor, ndr). Loro conoscono il calcio e vedono le caratteristiche e i difetti di ogni calciatore, dipende dalla visione di ogni persona. Certe cose magari al resto del mondo non sono visibili".

    IL DERBY DI ROMA - "Appena arrivi alla Lazio subito tutti i tifosi ti parlano del derby, anche mesi dopo. È una partita molto sentita per loro, come se fosse la più importante. Giochi contro la tua rivale principale, è come se ti giocassi il dominio di Roma da lì al prossimo derby. È una gara che si vive e si sente sin dall'inizio con i tifosi, le persone del club e i compagni che stanno qui da più tempo che te ne parlano. Sarri, che di partite di grande valore ne ha viste tante, ci disse che il derby era quella più importante che ha vissuto, soprattutto per la passione dei tifosi. Per questo bisogna sempre fare risultato. Giocando poi nello stesso stadio hai una parte dei tifosi della Roma e una della Lazio, metà e metà, quindi c'è inevitabilmente un'atmosfera davvero elettrica. Quando vinci ti senti davvero molto felice e orgoglioso, c'è la percezione di aver fatto qualcosa di importante per i tifosi. Quando perdi invece i giorni successivi sono molto difficili. Il derby di Roma è simile ai grandi classici come PSG - Marsiglia, Lione - Marsiglia perché i giocatori vogliono far vedere chi è più forte. C'è tanto stress e frustrazione a causa dei risultati. Il mio litigo con Dybala è stato qualcosa di legato alle emozioni del momento. È una partita di calcio importante, c'è molto nervosismo e frustrazione per il risultato. Io ero molto arrabbiato, l'ho preso per la faccia, cosa che non avrei dovuto fare. Ma queste sono cose che succedono in campo. Lui ne ha approfittato per mostrare il suo parastinchi che avevano vinto il Mondiale. Poi non lo so cosa aveva sopra, non ci ho fatto attenzione. Poi tutto il resto sono cose che accadono e che si dicono. Nel campo viviamo di emozioni forti e a volte è difficile controllarle".

    FUTURO - "Tutti sanno che porto nel cuore l'OM. Oggi però sono molto felice alla Lazio, mi sento appagato sia nella vita professionale che personale. Sta andando molto bene, abbiamo una grande squadra. E poi abbiamo portato qui alcuni giocatori che stavano con me al Marsiglia (ride, ndr). Ma ho intenzione di fare grandi cose con la Lazio, poi vedremo cosa accadrà più avanti in futuro. In ogni caso oggi sono felice dove sono".

    Altre Notizie

    La tua opinione

    Serie A, quale squadra sarà la regina del mercato dell'estate 2025?

    Serie A, quale squadra sarà la regina del mercato dell'estate 2025?

    4.9%
    30 voti
    15.9%
    97 voti
    Vedi altre risposte

    Editoriali