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  • Lukaku: 'Conte mi ha portato a un altro livello e grazie a lui parliamo tutti italiano. United? Mi davano del lento...'

    Lukaku: 'Conte mi ha portato a un altro livello e grazie a lui parliamo tutti italiano. United? Mi davano del lento...'

    Romelu Lukaku, attaccante dell'Inter, miglior giocatore dell'ultima Europa League, persa dai nerazzurri in finale contro il Siviglia, si racconta al Times, partendo dal suo periodo allo United: "Ricordo che Rashy (Rashford) è venuto a casa mia. Abbiamo cenato. Io, lui e suo fratello maggiore. Gli ho detto: “Quando me ne vado, tu sarai il ragazzo dello United”. Sono così orgoglioso di lui in questo momento. Un anno fa, quando ero in Inghilterra, ero ‘pigro, non correvo, non facevo questo e quello’. Qui mi chiamano il lavoratore più duro nello spogliatoio. Se mi guardi giocare qua e là, voglio dire, ci sono miglioramenti, sì, ma lo stesso Rom è ancora qui". 

    COSA NON E' ANDATO - "Nel calcio succedono cose, ma è qualcosa che devi spiegare alla prossima generazione di ragazzi, che devi avere il pieno controllo del tuo destino. Assicurati quando vai da qualche parte che ogni pezzo del puzzle deve essere messo nel posto giusto. Sai cosa intendo? A quel tempo, abbiamo visto il risultato, abbiamo visto come ho fatto. E se mi guardi ora vedi un risultato diverso, vedi l’intera persona, vedi il pieno potenziale. Vedi cosa avrei potuto fare in Inghilterra". 

    I CRITICI - "Dalla prima partita amichevole quando ho giocato contro i Galaxy, da quella prima partita è stato sempre un ‘sì, ma…’. Tutti nel club erano così gentili, da Ed Woodward ai proprietari, a Matthew Judge a Jose Mourinho, a Ole [Gunnar Solskjaer] e al suo staff, a tutti nella mensa. Erano così gentili. Ma le cose intorno erano semplicemente una spirale negativa per me". 

    'LENTO' - "Mi chiameranno lento e io penso: ‘Lento? Io, lento? Non riesco a tenere il passo con il veloce gioco del Man U? C’erano troppe piccole cose in cui pensavo che le critiche non fossero giuste. Uno lento non segna un gol come ho segnato il secondo contro lo Shakhtar Donetsk nella semifinale di Europa League. Se fossi stato lento non avrei preso il rigore come ho fatto contro il Siviglia in finale. Sono passati due anni. Hai intenzione di dire che a 27 anni sono più veloce di quando ne avevo 25 anni? È questo che sto cercando di dire sulle critiche ingiuste. Sono solo piccole cose".

    UN ALTRO LIVELLO - "Conte mi ha portato a un altro livello". Lo stesso Conte che lo voleva alla Juve: "Sentendo la sua voce ho capito che qualcosa stava succedendo quando mi parlava, quindi ho deciso di non firmare". E infatti Conte si dimise dopo poco. 

    SULL'INTER - "Quando ero in Inghilterra, c’erano giocatori inglesi qui, giocatori francesi là, altri giocatori stranieri là. È davvero tutto come un miscuglio della squadra, ma all’Inter sono tutti insieme. Tutti parlano italiano prima di tutto, quindi è una buona cosa. C’è una lingua. Tutti parlano italiano. Quando Ash (Young ndr) è arrivato con Victor e Christian eravamo sempre insieme perché ci conosciamo dalla Premier League e per un po’ ho tradotto per loro, ma una volta che Ash ha imparato le basi dell’italiano è finita. Quando andiamo ad allenarci l’allenatore parla con Ash in italiano e lui capisce perfettamente, oppure gli parlano e lui risponde in inglese ma capisce perfettamente quello che dicono i ragazzi e lo rispettano". 

    L'ITALIA DI LUKAKU - "Io e mia madre parliamo quattro o cinque volte al giorno. Riguardo a cosa? Niente. A volte guarda qualche programma in TV in Belgio e mi chiama e dice: “Metti questo programma”. Lo guardiamo e restiamo su FaceTime in questo modo e ridiamo. Sono io che sono lì senza esserci. Mio figlio ora sa come chiamare. Quando guarda i cartoni mi chiama e non dice una parola solo “papà, papà, papà”. Gli mostro lo spogliatoio e il campo e lui si emoziona". 

    SULLA FAMIGLIA - "Ero maturo alla mia età e capivo i problemi in cui ci trovavamo. L’insulina costava 50 euro e lei stava lottando per ottenere quei 50 euro. Ad un certo punto ogni settimana, ogni volta che la scatola era quasi finita, doveva lottare. Questa cosa mi ha colpito, ma solo una volta, dopo l’ho usata come carburante per migliorare e assicurarmi che qualunque cosa accada, lei e mio fratello non avrebbero lottato. Nella mia vita sono successe molte cose negative che uso come carburante. Ecco perché dico che è difficile spezzarmi".

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