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  • Preziosi a De Laurentiis: 'Uomo di m...'

    Preziosi a De Laurentiis: 'Uomo di m...'

    Ancora niente accordo in Lega Serie A sui diritti televisivi. Anzi, nella riunione di ieri a Milano si è sfiorata la rissa tra Enrico Preziosi e Aurelio De Laurentiis. Come si legge sul Corriere dello Sport, un intervento del presidente del Napoli ("Qui ci sono squadre a cui basta una sola stagione in Serie A per sistemarsi") ha scatenato la reazione del numero uno del Genoa: "Sei un uomo di m... Ci vuole rispetto, hai comprato una squadra che era fallita". Poco dopo è tornata la calma, ma l'atmosfera è rimasta elettrica. 

    VOTO - Il tempo per la seconda fatturazione, vitale per numerosi club, sta per scadere (non si potrà andare oltre la fine di febbraio), ma in Lega hanno deciso nuovamente di rinviare la decisione sui nuovi criteri di ripartizione delle risorse almeno di un'altra settimana. Le distanze tra i grandi club e le squadre medio-piccole sono ancora ampie e incolmabili. Eppure, ci hanno anche provato, portando al voto le rispettive proposte: quella di Galliani, per conto delle grandi, e quella che gli altri 13 club avevano definito in un incontro avvenuto a Milano giovedì sera. La situazione si è confermata assolutamente bloccata. Lo scenario disegnato dall’ad rossonero ha incassato 6 voti a favore e 13 contrari, l’altro 13 pro e 6 contro (Lotito si è astenuto in entrambi i casi), quindi non abbastanza per raggiungere la necessaria maggioranza dei due terzi. 

    SOLUZIONE - Per sbloccare l’empasse, insomma, occorre che qualche club rompa il proprio fronte. Quello dei medio-piccoli ha messo nel mirino Fiorentina e Roma, insistendo sul fatto che la società viola, stando alla tabella-Galliani, rischierebbe di non vedere premiato adeguatamente un altro campionato di vertice, come già accaduto con il quarto posto dell’anno scorso; la quota per il club giallorosso, invece, non subirebbe modifiche sostanziali tra uno scenario e l’altro, mentre “passare” con i medio-piccoli potrebbe assicurare vantaggi in termini di governance e peso politico. Per la verità, anche le big pensano di poter spezzare il fronte avversario, ritenendolo non abbastanza compatto per sostenere un braccio di ferro del genere. A ogni modo, volendo ricapitolare le posizioni, se è ormai assodato che si andrà a un accordo ponte valido solo per questa stagione, le distanze riguardano il paracadute e la distribuzione del cosiddetto incrementale. Le big propongono 50 milioni per una stagione alle retrocesse e divisione dell’incrementale in base alla vecchia delibera, quindi sbilanciato sulle prime 10 in classifica. Le medio-piccole, invece, spingono per 60 milioni di paracadute e quota incrementale a disposizione anche delle squadre classificate dall’11° al 17° posto. 

    ANTITRUST - Intanto la Gazzetta dello Sport rivela un altro retroscena. Nel giugno del 2014 i manager di Sky si rivolgono a Xavier Robert, partner del fondo Bridgepoint, all'epoca azionista di Infront (l'advisor della Lega) per stoppare il suo presidente italiano Marco Bogarelli, ritenuto vicino alla galassia berlusconiana di Mediaset e quindi non imparziale. Sullo sfondo le pressioni ai club, come Inter e Juventus. Poi le due pay-tv fanno pace, ma ora l'Antitrust accusa un'intesa restrittiva della concorrenza. Sky, Mediaset, Lega e Infront temono multe milionarie, ma l'inchiesta (udienza finale il 9 marzo, decisione entro il 30 aprile) rallenta: uno dei tre giudici dell'Authority sta per dimettersi e bisognerà aspettare che Camera e Senato nominino il suo sostituto. 
     


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