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  • Sampmania: dove sono quelli che... (completare a piacere)

    Sampmania: dove sono quelli che... (completare a piacere)

    • Lorenzo Montaldo
    Incredibile, neppure dopo aver messo quasi in banca la salvezza - quasi, è un avverbio d'obbligo in certi casi - il popolo sampdoriano riesce a rilassarsi un minuto. Lo dico per voi, occhio, ve ne fate una malattia. Guai a gioire per tre punti presi ad una diretta concorrente, capaci di ipotecare virtualmente la permanenza in Serie A. Non sia mai! Puntuali come sceriffi da balcone, i puristi del tifo sbucano ovunque, alla ricerca di un presunto nemico da stanare. E così, dopo aver letto per giorni critiche a Ranieri, e al gioco della Sampdoria (critiche che, per inciso, su svariati aspetti condivido), avvolte da un assordante silenzio dei vigilantes della Sampdorianità, forse mimetizzati anch'essi nel coro dei 'mugugnoni', ecco spuntare con solenne maestosità gli aedi del 'solo la maglia'.

    "Dove sono quelli che...", e lascio i puntini, in modo da permettervi di completare come meglio preferite. Vi fornisco alcuni esempi: "Dove sono quelli che criticavano il gioco di Ranieri", "Dove sono quelli che erano preoccupati della permanenza in A", "Dove sono quelli che accusavano la Samp di giocare male", "Dove sono quelli che imputavano ai giocatori poco impegno"? Potete proseguire ad oltranza. Come se una cosa (la vittoria) escludesse l'altra (il gioco). Ve lo dico io, dove sono. Eccolo. Beati voi, se vi basta una partita vinta 1-0 a rivedere tutte le vostre convinzioni. Purtroppo, io ho la testa un po' più dura.

    Sono contento del balzo in avanti del Doria verso la riconferma nella massima serie? Di più, sono entusiasta. Lo sono per le sorti della Samp, era una passione prima ancora di diventare un lavoro, ma forse ho persino qualche stimolo aggiuntivo rispetto ad altri per essere felice. Se il Doria retrocedesse, io non lavorerei più qui a Calciomercato.com, capite da soli quanto possa essere appassionato e teso quando i blucerchiati rischiano. Altro che 'gufi', 'pessimismo' e quant'altro. La mia apprensione, se le cose vanno male, è doppia o tripla, perché mi preoccupo per le sorti della mia squadra, del mio lavoro, e per il fatto di ritrovarmi vittima del presunto fuoco amico quando va tutto bene. Come se al sottoscritto potesse dispiacere vedere la Samp vincere, per inciso.

    La Samp di Ranieri ieri, con il minimo sforzo, ha ottenuto il massimo risultato. La partita con il Torino è stata orrenda sul piano estetico, giocata malissimo da due squadre pregne di evidenti limiti di costruzione. Però i blucerchiati sono stati più uniti, più ordinati, più fortunati e più lucidi dei granata. E questo ha fatto tutta la differenza del mondo. Il gol, bello, bellissimo, è arrivato al termine della prima azione manovrata vista da queste parti nelle ultime quattro o cinque gare. E' una rete frutto non di casualità, ma di una costruzione cercata e voluta. Non capitava da un sacco. E' stata pure l'unica del match, ma va bene così, i tre punti erano l'unica cosa degna di significato ieri.

    I genovesi non hanno giocato bene, per nulla, offrendo novanta minuti noiosi per lunghi tratti, convulsi nel finale e disordinati sempre. I blucerchiati hanno capitalizzato al massimo l'unica chance avuta, e si sono difesi con le unghie e con i denti. Però il Toro ha fatto persino peggio, e meno male. Non c'era occasione migliore per beccare un'avversaria giù di tono e slegata. Non è un demerito, sia chiaro, è una constatazione. Lo avevo pure scritto, contava vincere e stop. Va bene così, ieri non contava la bellezza. Ma, come in tutte le cose, serve equilibrio e serenità nelle analisi. I due punti nelle ultime cinque giornate, comprensive di un derby tremendo, non erano un caso. Cancellare tutto per uno striminzito 1-0, per quanto godurioso ed entusiasmante, sarebbe perfino disonesto.

    Dell'incontro di ieri, è banale dirlo ma lo ripeto lo stesso, l'aspetto di gran lunga più positivo sono i tre punti. Con un altro successo, facciamo due per sicurezza, la Samp è salva. Considerando le premesse, la solidità societaria, la programmazione inesistente, un mercato fatto principalmente di figurine e la fragilità economica della proprietà, è un gran traguardo. Però a questo punto non potete obbligarci a gioire alla prossima prestazione grigia e incolore. Prendiamoci la sosta per riflettere, e presentarci alla ripresa del campionato con idee più chiare. Pensierini per il ritorno in campo? Una struttura definita per gioco e titolari, meno palle in avanti e maggior leggerezza con il pallone tra i piedi. Ah, aggiungo, spero in un impiego esponenziale dei giovani utilizzati con il contagocce. L'esempio principale è Damsgaard, ma ce ne sono altri. Quantomeno per non crollare addormentati al Ferraris. E soprattutto, vorrei non assistere più a questa caccia al sampdoriano agnostico o malpensante. E'  veramente sgradevole, forse la cosa peggiore della giornata. Persino più del (non) gioco di Samp e Torino.

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