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  • Supercoppa, Inzaghi non sa perderla: raggiunge Lippi e Capello a quota 4 e allontana i critici

    Supercoppa, Inzaghi non sa perderla: raggiunge Lippi e Capello a quota 4 e allontana i critici

    • Pasquale Guarro
    Marcello Lippi, Fabio Capello e da stasera, anche Simone Inzaghi. Il club si allarga e accoglie anche il tecnico nerazzurro, che al comando della sua Inter agguanta la quarta Supercoppa della Carriera. The specialist. Un record non fine a se stesso, visto che questa ennesima vittoria in finale porta i nerazzurri ad affiancare i rossoneri nella classifica delle Supercoppe vinte. Adesso i due club milanesi ne contano 7 a testa in bacheca. Era importante anche per questo. 

    Anche, non solo. Perché la finale di Riyad rappresentava una rivincita dopo le beffe subite in rimonta proprio dal Milan, costate anche uno scudetto. L’Inter aveva assoluta necessità di dimostrare di essere più forte del Milan e lo ha fatto. Lo ha fatto dominando, senza tremare e annientando quei mostri che nelle precedenti sfide ai rossoneri avevano aggredito, attorno al 70’,  gambe e testa degli uomini di Inzaghi, togliendogli certezze e caricandoli di paura. Paura di vincere, che stasera l’Inter non ha avuto. Non l’ha avuta neanche dopo i cambi di Inzaghi, che a 20’ dalla fine, sul 2-0, ha mandato in campo Gagliardini e Correa, i più criticati di casa Inter. 

    CAUSA EFFETTO - Una vittoria che serve a Inzaghi per riguadagnare quel pizzico di fiducia che qualcuno a Milano aveva messo in discussione e chissà, forse anche per dare nuovo slancio in campionato ai nerazzurri, che invece in passato, dopo un derby perso, hanno faticato a smaltire le scorie. “Una spinta per recuperare in campionato? Assolutamente sì, ma stasera godiamoci questo trofeo”. Insomma, non si nasconde neanche Inzaghi, che forse un po’ inizia davvero a crederci anche se il Napoli è ancora molto lontano e non offre segnali di cedimento. Ma dopo una vittoria così, Inzaghi e l’Inter si riposizionano. I nerazzurri potranno contare su nuovi stimoli e autostima crescente. E poi chissà che la ferita inflitta al Milan non causi ai rossoneri gli stessi problemi patiti lo scorso anno dai nerazzurri dopo la batosta nel derby. Ma questo dipenderà dai rossoneri. L’Inter c’è. Inzaghi pure. Il messaggio è chiaro.

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