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Milan, cosa serve per non sprecare l’impresa del Bernabeu
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I LEADER . Eccolo, l’altro termine straniero che definirà il futuro del Milan: liderança. A Fonseca piace e lo infila in ogni conferenza stampa. In Portogallo si usa tanto e il senso è un mix tra carisma e capacità di comandare. Il gioco, certo, ma anche i compagni e il gruppo. A questo Milan finora è mancato un leader eclatante alla Ibra, guerriero alla Tonali, silenzioso alla Kjaer, finanche elegante alla Giroud. E se un trascinatore c’è stato, oltre a Pulisic con le sue prodezze, lo si può individuare in Alvaro Morata: proprio lui, spesso accusato di essere stato tenero in passato, oggi responsabilizzato dalla fascia di capitano della Spagna e dal ruolo centrale al Milan. Un “capitano ombra” che ha, appunto, guidato i suoi con l’esempio. La sua assenza forzata a Cagliari chiamerà a uno sforzo supplementare di leadership anche Theo Hernandez, che ha sulla coscienza il ko col Napoli più di Maignan e degli attaccanti imprecisi. Il rinvio della partita di Bologna lo ha punito per un’espulsione indegna di un capitano del Milan, a fine partita a Firenze per proteste inutili.
OBIETTIVI - Oggi il Milan è più vicino agli ottavi di Champions che a lottare per lo scudetto: nella migliore delle ipotesi, in caso di vittoria a Cagliari, andrà alla sosta a -6 dal primo posto, con una gara da recuperare tutt’altro che scontata. In Europa, invece, è l’unica italiana ad aver affrontato quattro squadre che stazionano tutte in zona ottavi o playoff. E invece le prossime tre avversarie (Slovan, Stella Rossa e Girona) al momento sarebbero eliminate. Con 15 punti i playoff sono certi e aggiungendone almeno uno contro la Dinamo Zagabria all’ultima giornata, gli ottavi sono realisticamente raggiungibili. Questa è la strada per un futuro intrigante, che risparmierebbe un altro viaggio e tensioni con le due partite di playoff a febbraio. Che arriverà dopo un gennaio tremendo tra Supercoppa Italiana in Arabia (semifinale il 3 gennaio contro la Juve, eventuale finale il 6), recupero annesso di Serie A e due turni del girone di Champions a fine mese. Il futuro a gennaio e febbraio, fatali a Fonseca nei suoi due anni alla Roma, si costruisce davvero adesso.