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    I paragoni tra Thiago Motta e Allegri non hanno alcun senso: la Juventus ha sottovalutato un problema

    I paragoni tra Thiago Motta e Allegri non hanno alcun senso: la Juventus ha sottovalutato un problema

    • Andrea Distaso
      Andrea Distaso
    Quattro giornate appena di campionato e i primi critici – chi in maniera più diretta, chi in modo più sfumato – si stagliano all'orizzonte, puntando il dito contro Thiago Motta e la sua Juventus "noiosa". E' giusto ed è legittimo che, dopo un mercato imponente e rivoluzionario – con saldo in negativo di circa 100 milioni di euro – il popolo bianconero in primis si aspetti di “festeggiare” traguardi parziali diversi da una porta rimasta imbattuta nei 360' iniziali della Serie A. Una circostanza che non si verificava da 10 anni e che nella storia juventiva era capitata soltanto in altre tre circostanze. A lasciare a desiderare, esattamente come nell'ultimo impegno prima della sosta contro la Roma, è stata invece una proposta di gioco offensiva eccessivamente piatta e prevedibile. Nulla che ricordasse la manovra ariosa e a memoria del Bologna di Motta.

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    E' inutile girarci attorno: la Juventus è ancora un cantiere apertissimo e non può essere altrimenti, considerando i tantissimi cambiamenti apportati alla rosa da Giuntoli e la filosofia di gioco che l'allenatore italo-brasiliano sta provando a trasmettere da nemmeno due mesi e con giocatori nuovi che sono arrivati a scaglioni nel corso dell'estate. Il tempo è tiranno da sempre, soprattutto in società come la Juventus condannate a vincere o ad andarci molto vicino: quello che non è normale è insinuare i primi dubbi e ammiccare ad un passato recente che aveva palesemente esaurito il suo ciclo. Sgombriamo il campo dagli equivoci per chi inizia a fare i primi paragoni con l'avvio sprint di Massimiliano Allegri nel passato campionato: il fatto di prendere pochi gol non può da solo rappresentare un motivo valido per accomunare i problemi incontrati nelle ultime tre stagioni con quelli che oggi Thiago Motta sta cercando di superare.

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    Il problema principale delle versioni precedenti della Juventus era un centrocampo di qualità non eccelsa, amplicato però da una visione di calcio retrograda e antiquata. Troppo conservativa per una squadra che deve riappropriarsi necessariamente di una mentalità e di una proposta ambiziosa per tornare protagonista prima in Italia e poi in Europa. Anche Thiago Motta sta faticando a trovare la quadra nel reparto più importante per qualsiasi squadra, ma cosa si pretendeva dalla prima da titolare di Koopmeiners – arrivato nelle ultimisse ore del mercato estivo – da un Thuram appena recuperato da un infortunio, da un Douglas Luiz ancora in piena fase di adattamento e da un Locatelli che in bianconero è sempre andato a corrente alternata?

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    Forse il problema, oggi, è un altro e in pochi vogliono evidenziarlo. Non è che nella Juventus allestita da Giuntoli tra giugno e agosto non si sia tenuto conto dell'assenza di un vero e proprio playmaker capace di far scorrere la manovra in modo più fluido sin dal principio? Non lo è Locatelli, non è l'abito più adatto nemmeno per Thuram e Douglas Luiz e lo stesso Fagioli nasce mezzala, nonostante ultimamente sia stato impiegato in quella posizione. Poi, certo, la Juventus da 170 milioni spesi in entrata contro l'Empoli deve fare di più. Ma, dopo quattro giornate, i paragoni tra Thiago Motta ed Allegri mettiamoli da parte.


     

    Commenti

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    sabibabi
    sabibabi

    Ma lasciate lavorare in pace sto allenatore..

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